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LP – Unhip, 9 t.
Distaccarsi dall’immobilità, in virtù di un percorso che, da soli come con i Massimo Volume, ha sempre portato ad un ulteriore rafforzamento del proprio tocco e della propria tecnica, lontana dall’essere banale tecnica. Un musicista come Egle Sommacal sa perfettamente come basarsi su cotanto principio, rafforzatosi prima con l’uscita di Legno e poi con Tanto non arriva. A cinque anni di distanza, una nuova fatica da solista come Il cielo si sta oscurando può essere considerata come quella che conferma definitivamente le modalità di espressione del nostro, là dove la propria chitarra funge da strumento e da autentico braccio attraverso il quale esprimersi: c’è l’iter per fingerpicking della titletrack e di una visionaria L’ultimo grande collezionista, c’è una tendenza, a livello di atmosfere, verso il Sol Levante, quello degli echi di Gravità e dei movimenti che tessono il lento, graduale e tragico tragitto di un peschereccio come il Ryou-Un Maru, risate e stupore del volgo annessi, ed altrettanto si può dire per l’indole introversa di Nuvole sopra la Bolognina e Nessun posto sicuro, una Hello Guys, con apposita ripresa, che scorre in punta di piedi, quasi a rappresentare la tempesta e poi la quiete, ed una riuscitissima rilettura della Première Gymnopedie di Erik Satie. Lo specchio di un cielo oscurato, ma che riflette comunque di luce propria, per un disco centrato in pieno.
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