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Bella Union, 14 t.
Gli ultimi cinque anni della carriera di John Grant hanno seguito una parabola ascendente il cui punto finale, per ora, è costituito da Grey Tickles, Black Pressure, dopo la sbornia rappresentata dall’accoppiata Queen of Denmark e Pale Green Ghosts. L’ultima fatica discografica dell’artista di Denver è un concept a tinte oscure, che parla di perdizione e, come dice anche il titolo, di crisi di mezz’età e incubi. È un album in linea con i precedenti, sospeso fra la canzone d’autore e un’elettronica dinamica, dal piglio funk come in Snug Slacks, dal sapore più danzereccio in Vodoo Doll o nell’ottima Disappointing, una sorta di ritratto della sua sessualità in contrasto coi limiti ideologici della società odierna. Il livello rimane alto anche con Global Warming, in cui un tema d’attualità è trattato con un’ironia pungente ma mai esagerata, e le due ballate finali, con l’eleganza di No More Tangles ad introdurre i richiami vintage di Geraldine. Probabilmente, si tratta del disco più complesso di John Grant, come può dimostrare la sorprendente Magma Arrives, ma i passi in avanti ci sono stati, ancora una volta. La crescita dell’ex-Czars è costante: in Grey Tickles, Black Pressure ad incarnarla sono un songwriting sempre molto ispirato e un sound che nei confini del synth-pop sta un po’ stretto.
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