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19 aprile 2016
Se l’erano immaginata come una festa, questa data romana, Ilaria Graziano e Francesco Forni.
E, in effetti, di cose da festeggiare, ne avevano, eccome. In primis, la pubblicazione di From Bedlam to Lenane nel sacro formato che va sotto il nome di vinile; poi, sempre per quanto riguarda questo loro esordio datato 2012, la sua distribuzione nel mercato d’Oltralpe (a cui seguirà un tour iniziato ieri); infine un EP di prossima pubblicazione che raccoglie inediti presenti nelle versioni estere dei loro dischi (anche questa qui?).
Una festa, dicevamo. E tale è stata, una vera e propria festa celebrata a casa, in quella Roma dove ormai da anni sono di stanza (sebbene le loro origini siano da collocare un po’ più a sud, a Napoli) insieme con alcuni amici accorsi per l’occasione con cui condividere palco e applausi. Erica Mou, per esempio, con cui è stata offerta una rispettosa versione di Ring of Fire. E poi Marco Fabi, che ha suonato Una cometa, e Alberto Bianco, che invece ha proposto Le stelle di giorno. Mimetizzati nel pubblico erano invece Tommaso di Giulio, Luca Carocci e Antonio Pascuzzo: i primi due sono stati invitati come coristi su Cavalli selvaggi, mentre Pascuzzo su Pirati e filibustieri.
Una festa con tanti amici e tanto pubblico, che non si è lasciato sfuggire la possibilità di ascoltare La strada dal vivo. O, soprattutto, Rosso che manca di sera, richiesta a gran voce nel bis. E fanculo se domani c’è il lavoro, stasera si potrebbe fare tardi, etcetera: “Loro sono bravi davvero e non me li volevo perdere” confessava una donna all’amica nelle prime file davanti. Pubblico che è stato coinvolto, a cui è stato chiesto di far sentire l’applauso, ma che è stato anche tributato: “Possiamo accendere le luci e illuminarli?”, la richiesta di Ilaria Graziano, come a voler dare un volto, tanti volti, a una massa altrimenti informa persa nel buio della sala.
Una festa ma anche un viaggio. In una loro passione musicale, quel Messico già celebrato nei loro dischi con l’incisione di alcuni tradicional (Volver, volver e Cancion mixteca). Un viaggio che quindi non poteva non iniziare con la loro versione de La pistola y el corazon. Un viaggio in cui ad accompagnarli vi sono come sempre chitarra e ukulele, qualche percussione tipo tamburello, ma anche, per la prima volta in assoluto, il contrabbasso e il violoncello di Carmine Ivone. Un viaggio in cui Ilaria Graziano e Francesco Forni ci prendono per mano e ci guidano nelle pieghe della loro musica, nelle sue sfumature, nei suoi diversi registri, che offre il suo meglio nei giochi di compenetrazioni e di contrapposizioni tra i due, tra le loro voci e i loro strumenti (Io sono io oppure Love Sails).
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