Julian Casablancas. Parafrasando, il cantante piuttosto belloccio e con voce tenebrosa dei The Strokes.
Un gruppo che ha fatto il botto nel 2001 con l’impeccabile “Is This It?”, considerato il miglior album del decennio da più di qualche rivista. Bè come dar loro torto? Praticamente tutti i pezzi dei the Strokes funzionano alla meraviglia; però qui non si parla dei the Strokes ma solamente del loro cantante che , come tutti gli altri componenti del gruppo, arriva al disco solista, “Phrazes for the Young“.
I brani all’interno sono pochi (otto) ma buoni. Molto buoni. Per intenderci, il sound è simile a quello dei the Strokes ma più puro: evidentemente si tratta della vera essenza del buon Julian. Un album con una voce bella, pulita senza effetti “citofono”, tranquilla come quella di uno che sa che è tutto sotto controllo, con il colore di (poca) elettronica mista al rock che tanto piace al momento; lo si può classicamente definire “indie”, con tutte le accezioni del termine. E cioè: carino al punto giusto, da ballare nei club mentre si sorseggia cocktails colorati, leggero da metterti allegria e da ascoltare praticamente sempre.
Certo, non si può gridare al miracolo ma nemmeno sputarci sopra. Questo lavoro è buono, assolutamente non necessario, ma buono. I pezzi sono facilmente ascoltabili e fortunatamente non risultano una brutta copia dei the Strokes, solo un rimando.
Un applauso va fatto: non riesco a non togliere il disco dallo stereo.
Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music
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