Dopo tre anni di silenzio tornano i Tre allegri ragazzi morti con “Primitivi del futuro“. Undici micro episodi in cui l’occhio critico “made in Pordenone” rovista tra i futuri anteriori dell’in-quieto vivere dell’uomo contemporaneo.
Una rivolta sonora (e non) che nasce dalla collaborazione con Paolo Baldini (B. R. Stylers, Africa Unite, Dub Sync) e opta per insolite contaminazioni dub, caraibiche (perché “nei periodi politicamente neri il reggae è un’ottima musica da suonare“) senza però trascurare la “primitiva” lezione punk, new-wave (come in La Ballata delle ossa). Figuranti distorti (Mina, Codalunga), coscienze piatte votate a un’arrendevolezza cronica (L’ultima rivolta nel quartiere Villanova non ha fatto feriti), il “ciclo dei vinti” picassiano (Primitivi del futuro) testimoniano una presa di coscienza nazionalistica che invita a non starsene con le mani in mano (La cattedrale di Palermo). I testi, in balia del lungimirante buonsenso toffoliniano, si rivolgono al popolo degli ex-adolescenti e sono profondamente ispirati dai precetti primitivisti di John Zerzan.
E’ “il tempo di rifare, riprovare, riordinare…” e i T.A.R.M. non si smentiscono affatto regalandoci un “rischioso” disco effetto sorpresa da ascoltare attentamente con lo spirito di chi vuole tornare a essere un “primitivo del futuro”.
Miria Colasante per Mag-Music
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