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Il massimo risultato con il minimo sforzo. Dopo l’ultimo album in studio nel 2005 (“Essere o sembrare” con alla voce Gianluigi Cavallo detto Cabo) e un EP virtuale nel 2009 (“Five on Line“ con il terzo cantante della loro trentennale storia, Filippo Margheri) i Litfiba si riaffacciano al mercato mainstream con una major alle spalle (la Sony) e il ritorno del loro frontman storico, Piero Pelù.
“Stato libero di Litfiba” è un doppio cd live, fotografia istantanea del reunion tour primaverile che tra Losanna, Monaco di Baviera, Zurigo, Milano, Firenze (due sere consecutive), Roma e Acireale ha registrato un impensabile (ma sicuramente sperato) sold out in tutte le date. A finire su disco è un mix delle due serate fiorentine. Pelù in grande spolvero, magnetico, carismatico, con la sua voce finalmente tornata a livelli che si addicono a un vero rocker. Ghigo Renzulli inossidabile e tiratissimo al “chitarrone” e l’inconfondibile wah wah suo marchio di fabbrica. Ed ecco servito il ritorno del duo per eccellenza del nostro rock targato anni ’90. A completare la formazione troviamo un mix di vecchi membri e qualche nuovo arrivo. Alla sezione ritmica Daniele Bagni detto Barny, già bassista del gruppo dal ’94 al ’99 (poi seguì Pelù nella sua carriera solista) e Pino Fidanza, batterista durante la fase Margheri. E infine la new entry, nonché rivelazione del tour, Federico Sagona detto Sago (tastierista nell’ultimo biennio del Pelù solista).
“Stato libero di Litfiba” si propone come il live definitivo per eccellenza tra i tanti pubblicati dal gruppo toscano. Copre in maniera impeccabile il periodo ‘85/’97 con un cocktail di cavalli di battaglia, Proibito, Tex, Fata Morgana, Lacio Drom per citarne alcuni, e recuperi a sorpresa come Resta e Paname che da sole valgono l’acquisto del doppio disco. Il sound è impeccabile e restituisce tutta l’intensità, il furore, il sudore e la passione dei concerti primaverili (se si escludono alcune censure nelle introduzioni di Piero che prendevano di mira il Vaticano, censure che stonano in un disco che si chiama “Stato libero”). In apertura “parlavo di massimo risultato con il minimo sforzo” perché i Litfiba sono tornati alla grande celebrandosi, giustamente, in magnifiche serate, dando la possibilità a vecchi fan (o fun, come direbbe Piero) di rivedere il duo Pelù/Renzulli di nuovo insieme e affiatato come ai tempi d’oro. O per dare la possibilità a chi li ha conosciuti dopo la separazione di veder realizzata quella che dieci anni fa sembrava un’utopia. Ma la zavorra è rappresentata dai due pezzi inediti che aprono il cd uno, Sole Nero e Barcollo (la prima presente anche nella versione deluxe del disco come bonus track del cd due, registrata live in sala prove con un testo ancora abbozzato). Due brani accattivanti, piacevoli da ascoltare ma che sembrano troppo perfetti nella loro confezione, troppo omologati a un sound e a un modo di scrivere testi che se non rispecchia determinate regole o stilemi non può passare in radio nel nostro paese.
Ai Litfiba va riconosciuta l’attenuante del poco tempo in cui questi pezzi sono stati preparati, per la fretta di uscire sul mercato e accontentare gli appassionati ansiosi. Ma devono tenere a mente che a far scoppiare la coppia furono i troppi compromessi con cui scesero a patti per accontentare un pubblico sempre più vasto, finendo stritolati nella morsa del music business. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
Il tour estivo che verrà, sicuramente consoliderà l’intesa della nuova formazione, nata in queste date primaverili. Con la speranza che ciò risvegli lo spirito e l’essenza ribelle, senza regole e oppressioni esterne che ha fatto la fortuna dei Litfiba anche in sala d’incisione per l’album di soli inediti atteso, stando alle dichiarazioni dei due leader, per il 2012.
Siamo figli delle radiazioni delle televisioni e delle dosi di veleno nelle nostre città (citando e storpiando al plurale un verso di Sole nero)… salvateci da questa mediocrità cari Litfiba. E non (ri) omologatevi a essa.
Giovanni Caiazzo
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