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Rovigo non è mai stata una città celebre per i concerti. A pensarci bene, nemmeno per altro, o comunque niente di bello. Invece (deo gratias) qualcosa si sta muovendo e in questa estate non convenzionale in termini climatici, il numero dei live sta incredibilmente aumentando, perlopiù di artisti emergenti. E questa è cosa buona e giusta.
Nella cornice bucolica dello Sconcertando di Ceregnano, ossia in mezzo ai campi della pianura padana, l’emergente duo palermitano Il pan del diavolo ha regalato uno spettacolo breve ma intenso. Sul palco, tra zanzare e fumo, Pietro Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo presentano i brani tratti dal loro album “Sono all’osso“, confermando la loro grandissima capacità di saper coinvolgere alla grande, malgrado la non copiosità di strumenti all’azione. Infatti Il pan del diavolo suonano semplicemente due chitarre acustiche – appunto – indiavolate, martellate da colpi di grancassa, e live hanno riproposto al pubblico abbastanza numeroso una scaletta calda, nella quale non mancano brani come Il centauro, Coltiverò l’ortica e I fiori.
Tra qualche schetch (ad esempio un terzo uomo che sale sul palco con una maschera di Elvis) e alcune battute scambiate con il pubblico, l’ora abbondante di live trascorre velocissima, con pochi ma comunque tralasciabili intoppi, incisiva e particolare come questo nuovissimo duo, che sta trovando il suo spazio nel panorama italiano.
Urla di rabbia, sottile ironia, chitarre grezze ma pulsanti: folgoranti. Il pan del diavolo sono una vera e propria forza della natura.
Michela “Mak” De Stefani
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