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Una vecchia leggenda siciliana narra di un ragazzino, Cola (diminutivo di Nicola), innamorato del mare e così bravo a nuotare da essere soprannominato Colapesce. Secondo tale fiaba il fanciullo si trova ancora nelle profondità marine a sorreggere l’intera isola siciliana.
Proprio sulla morale di questa storia si muove l’EP d’esordio di Lorenzo Urciullo (già cantante degli Albanopower) sotto il moniker, appunto, di Colapesce. Una morale che riconduce all’importanza delle tradizioni della propria terra, come in tutto il sud Italia è importante. È quindi questo il campo in qui si muove Lorenzo, sia dal punto di vista concettuale che da quello musicale, sguazzando in acque piene di ricordi, di nostalgia, d’amore.
Tra il vecchio cantautorato italiano, del quale si ripropone anche la cover di Niente più di Léo Ferré, e quello estero di Neil Young l’EP presenta sei belle canzoni che riconducono anche alle nuove leve come i Fleet Floxes e i Wilco. Non trascurabili sono di certo alcune derive dream-folk, come testimonia l’incipit musicale della track d’esordio Amore sordo. Né tantomeno la voce molto vintage ancor più in risalto in La guerra fredda, degna d’esser accostata al miglior pop tradizionale italiano.
E col finale de La sera senza fine, ballata tutta chitarra e voce, speriamo bene per l’effettivo primo album in arrivo probabilmente tra pochi mesi; il quale, se continuerà su questa giusta riga ma con qualche sfaccettatura in più, potrà donarci di sicuro altre bellissime, nostalgiche emozioni.
Davide Ingrosso
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