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Lo scorso 16 settembre in quel di Bologna, nello specifico nel locale/capannone denominato Estragon, si è consumato l’elogio di un’epoca che ormai non c’è più: quella della giovinezza musicale degli Afterhours. È stato un colpo d’occhio/ al cuore vedere il sig. Agnelli sfoggiare un look degno degli albori anni ’90 della band. Si sa, ognuno reagisce come può alla crisi di mezza età, Manuel lo sta facendo rituffandosi nella sua folta giovane chioma ed esibendo una maglia (sì, la solita da ormai un anno o poco più di live) con impresso “God is Sound”.
Lo ammetto, ero entrata un po’ controvoglia nello ormai strapieno locale, meravigliata dell’ennesimo sold out della band; ma si sa, a Bologna gli Afterhours son di casa. Indispettita da alcune facce troppo giovani per i miei gusti, mi faccio spazio tra la folla e giungo nella strategica posizione “sotto al palco, ma a destra che almeno mi evito il pogo”. Ritardataria cronica come sono purtroppo mi perdo il gruppo spalla, una signora band di tutto rispetto come gli Julie’s Haircut. Arrivano sul palco gli Afterhours e appena iniziano a suonare mi rimangio subito tutti i dubbi riguardo alla loro credibilità; iniziano con La verità che ricordavo ed è subito delirio, sfoggiano una carica d’altri tempi che si arricchisce dalla ferma competenza tecnica raggiunta con tanti anni di sudore e palchi calpestati. Numerose le chitarre e le loro distorsioni, il live è un intenso percorso (due abbondanti ore di concerto) lungo la tortuosa e controversa carriera della band.
Si toccano tutti gli album passando da Germi, sino ad arrivare a È solo febbre e Pochi Istanti nella lavatrice. E’ una goduria per le proprie orecchie ascoltare una scaletta del genere e sentire pezzi come Pelle seguito dall’attesissima Bye Bye Bombay, pezzo che chiude il concerto; solo apparentemente, gli Afterhours saliranno sul palco per ben altri due bis.
Manuel ci regala una delicata versione acustica di Bianca accompagnata dal violino di Rodrigo, chiudono questo sudatissimo live con uno dei pezzi più rappresentativi dei migliori anni della band: Voglio una pelle splendida. Ebbene sì, ritiro tutto, mi mordo la lingua, Manuel sarà pure in crisi di mezza età, ma sul palco fa sempre la sua gran bella porca figura!
Paola Rondini
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