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Tre ore sotto la pioggia invernale di Napoli sembrerebbero un suicidio a chiunque, invece, la serata dell’undici febbraio a Napoli, nonostante il freddo e le persone un po’ troppo inopportune, è stata costellata da un evento che, noi che eravamo presenti, ricorderemo con un sorriso disinibito sulle labbra sempre.
Arrivare tre ore in anticipo non mi ha minimamente turbata, perché sapevo che poco dopo avrei visto per la seconda volta Paolo Benvegnù, un cantante, un artista, come vedremo, che non fa altro che stupirmi ogni volta.
Come dice un mio caro amico “Benvegnù non sbaglia un disco” e l’abbiamo costatato l’anno scorso ascoltando quel capolavoro “letterario” di “Hermann”.
La serata ha avuto il via alle ventitré, minuto più, minuto meno, ero in prima fila di fronte al cantante che, appena entrato, invece di iniziare a cantare come un normale cantante farebbe, inizia a raccontare una storia.
Un narratore di una storia satirica che si beffava dei politici italiani, e non mancava di citazioni colte, musicali e non, mischiata a un pizzico di comicità vera e propria, ricordo particolarmente la citazione a “Twin Peaks”, Umberto Eco e ad Alejandro, canzone di Lady Gaga. La storia narrava di questi ominidi con nomi di politici, che andavano alla ricerca della pietra filosofale assieme ad un gattone di nome Ofto Siffredi.
Dopo il breve intermezzo Paolo Benvegnù inizia il concerto in una session acustica, insieme al versatile musicista Guglielmo Ridolfo Gagliano, che oltre a destreggiarsi tra tastiere, chitarra elettrica e violoncello, è stato al gioco di Paolo nei suoi artistici intramezzi recitati: in sfondo un busto di donna con la fotografia di Luca Baldini e come sfondo una fotografia di Andrea Franchi, rispettivamente bassista e batteria dei Paolo Benvegnù.
Hanno eseguito alcune tra le canzoni più belle e rappresentative della carriera del cantante, spaziando dall’album “Piccoli fragilissimi film” traendo canzoni come Suggestionabili, Cerchi nell’acqua, Il mare Verticale, toccando pezzi da “Le labbra”, cito La schiena e Il nemico, fino ad arrivare a pezzi dell’ultimo album, “Hermann” presentando Love is talking, Avanzate, ascoltate, Achab in New York, e per finire, come bis un’immensa Johnnie e Jane. Inoltre, hanno fatto rivivere l’emozione degli Scisma eseguendo L’innocenza e la bellissima Simmetrie, con grande plauso del pubblico attorno a me. Due ore sono così volate senza che me ne rendessi conto mentre ero atterrita dall’energia enorme che l’artista mette nei suoi live modificando, a volte totalmente, i suoi pezzi in modo da ripresentarli diversi volta per volta.
Voglio concludere il ricordo di questa memorabile serata con le parole dell’umoristica chiusura in recitazione, pronunciate da Benvegnù: “E il mondo scoprì l’amore per il pelo. Insieme trascorsero mille anni felici e trovarono la pietra filosofale proprio qui, nella borsa della spesa della signora Maria, e l’umanità fu finalmente felice… “.
Foto di Marco Zurlì
Anna Soares
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