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Paolo Rossi, Claudio Bisio, Checco Zalone, Olmo, Paola Cortellesi. Sono solo alcuni dei nomi di quelle persone appartenenti al mondo della comicità che hanno avuto a che fare anche con il campo musicale, sia attraverso contributi e interpretazioni di brani che con la pubblicazione di veri e propri album. Considerato ciò, è chiaro che Sergio Sgrilli, anche lui legato al mondo di “Zelig” (oltre ad essere caro alla scaletta di qualche passato concerto del primo maggio), non è nuovo a una pratica di questo genere, ma certe volte non va vista come necessariamente errata la scelta di provare, per una volta, a vedere se il talento che si ha nella propria attività principale possa essere tutt’uno con altri ambiti. Tanto vale per i sopracitati quanto per Sgrilli.
E il suo è un doppio anniversario, vent’anni da comico e trenta sul palco, l’occasione appropriata per far uscire un full-length come “Dieci venti d’amore“. Dieci come le canzoni contenute, come le riflessioni facenti da libretto aggiuntivo (definite, appunto, “note di carta”), da diario di un viaggio culminante proprio con un simile rilascio, ma non come le collaborazioni, maggiori in quantità di persone, ma minori in quantità di canzoni. Esulando da quest’ultimo dato, il lavoro complessivo, un po’ pop, un po’ blues, già dal primo ascolto appare come diviso in momenti, con pregi e difetti.
A spiccare sono L’amico, con Giovanni Gulino e Mattia Boschi, canzone giocosa e dal finale improvvisato, dove lo stesso Sgrilli recupera la sua vena comica sovrapponendola alla Sicilia tanto cara ai Marta sui tubi, Facci caso, eseguita con gli Archimia, con il suo tocco fossatiano e una coda finale che può essere vista come una sorta di reprise, Plagio totale, già dal titolo un’ironica ripresa di riffs, dai Van Halen ai Rolling Stones, e la conclusiva Poesie, con il suo inaspettato eppure affascinante passaggio da un assolo di chitarra dai toni rockeggianti a una vera e propria conclusione elettronica manipolata da DJ O.Kan: galvanizzante. Un po’ meno riuscite, ma non per questo brutte, sono la leggera Nostalgia, con Gigi Cifarelli e la carica di fiati del corpo musicale di Fornero che caratterizza Se tu.
Al contrario, scorrono piacevolmente il singolo Come va, condito dall’armonica di Fabio Treves, il sollazzante “coro Facebook” udibile in Sposami e le atmosfere sospese e jazzate di Bacio di Giuda. Altrettanto non si può dire per le atmosfere festanti di Mon amour, il cui unico effetto purtroppo è quello di annoiare in breve tempo. Sicuramente non proprio un “vento d’amore”, tanto per restare in tema.
Eppure, per quanto non sempre le doti di un comico siano di egual livello nelle vesti di cantante, gli ottimi spunti di cui sopra non fanno che rendere giustizia a Sergio Sgrilli, sottolineando il coraggio impiegato nella preparazione del lavoro e un conseguente risultato che supera la sufficienza.
Che questa sia da considerare una parentesi o che possa essere in programma un secondo capitolo è tutto da vedere, ma nel caso della seconda ci sarebbero da augurare al nostro degli ulteriori incoraggiamenti. Perché il talento è indubbio che lo abbia.
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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