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Com’è nata, com’è strutturata e quali sono gli aspetti che differenziano la Fosbury Records dalle altre etichette indipendenti italiane?
Fosbury è nata per caso, al tavolino di un bar di Piazza Ferretto a Mestre. L’idea iniziale non era quella di creare un’etichetta, ma un piccolo consorzio di band della stessa area, vicine per attitudine, e promuovere le autoproduzioni in modo coordinato con lo scopo di avere maggiore visibilità. Quando sono entrati in gioco i Valentina Dorme abbiamo capito che potevamo giocarcela a un livello diverso e siamo riusciti a ottenere la distribuzione da Audioglobe (con l’aiuto fondamentale dei nostri amici Perturbazione). Siamo strutturati come associazione culturale, non abbiamo mai giocato “seriamente” a questo gioco e forse è per questo che dopo dieci anni ci siamo ancora.
Perchè Fosbury?
Il nome Fosbury Records è un’idea dei Valentina Dorme. Il primo nome che avevamo scelto era “Stereopattino”. Quando l’abbiamo proposto ai Valentina ci hanno guardato perplessi. Il loro suggerimento è stato quello di scegliere qualcosa di meno simpatico. L’atletica è una disciplina triste, all’epoca facevamo tutti musica triste, quindi bene così.
Quando hai fondato l’etichetta, avevate uno o più modelli?
Abbiamo chiesto consigli a Snowdonia, Gamma Pop, Wallace, Riotmaker, CYC, Srazz… siamo sempre stati piuttosto bravi a incamerare informazioni dai cugini più grandi. Il modello principale di etichetta-famiglia, per noi, era la Jeepster.
Qual è la filosofia generale dell’etichetta?
Non so se c’è una vera e propria filosofia. Fosbury è stata tante cose per noi. Inizialmente una grande famiglia, con le fidanzate che tenevano il banchetto, direttivi con dodici persone, carovane di macchine che partivano per il MEI e ascolti comunitari dei demo. Poi, man mano che le coppie si lasciavano, la gente si trasferiva in altre città, i bimbi nascevano e altri appendevano giustamente la passione al chiodo siamo rimasti in tre a occuparci della cosa. Ma va bene così. Ci sono stati periodi d’inattività in cui essere in tre era anche troppo (sorridono, NdR).
Fate tutto da soli? O vi avvalete dell’aiuto di qualcuno?
Ci avvaliamo di un contabile. È un grande appassionato di musica quindi lo paghiamo in dischi (sorridono, NdR).
Come selezionate gli artisti da accogliere nel roster?
Inizialmente eravamo molto attenti allo scouting. Fino a qualche anno fa ricevevamo tonnellate di materiale e ascoltavamo tutto cercando di dare una risposta a tutti (più o meno tempestiva). Ora ci occupiamo di mantenere l’esistente sempre con un orecchio aperto. Abbiamo sempre fatto le cose che piacevano alla maggioranza di noi. È capitato di avere anche accese discussioni riguardo a cosa fosse “da Fosbury” e cosa no, ma se guardo indietro vedo solo dischi belli. Quindi bene così.
Siete più voi a cercare, o siete soprattutto cercati? Qual è il tuo metodo per cercare nuove band da pubblicare?
Fosbury è una realtà che è rimasta inattiva per diverso tempo. Diciamo che dal 2007 al 2010 abbiamo fatto veramente poco. C’è stato anche un momento in cui ci siamo davvero chiesti se non fosse il caso di chiudere la baracca. Poi c’è stato un fisiologico risveglio. Nel periodo di maggiore splendore (direi tra il 2002 e il 2005) eravamo decisamente cercati.
Che tipo di accordi vengono stipulati con gli artisti? E come vengono suddivisi investimenti, lavoro ed eventuali profitti?
I termini “investimento” e “profitto” non sono esattamente consoni a quello che facciamo. Il termine più corretto è “spesa” o “costo”. Ogni uscita fa storia a sé, dipende dal momento, dalla previsione, dalla possibilità di compartecipare con altre etichette o altre realtà. Non c’è una regola fissa. Bisogna barcamenarsi in qualche modo, in una sorta di Fair Play finanziario perenne.
In media, quanto vende un titolo? E quel è stato il vostro best-seller?
Il primo posto in classifica se lo contendono Capelli rame dei Valentina Dorme e Preparativi per la fine dei C|O|D. Siamo nell’ordine delle 2000 copie. Un titolo ora come ora non vende niente. Siamo soddisfatti se vanno via 300 copie in un anno.
Qual è il vostro album preferito tra quelli pubblicati? E quello più sottovalutato?
Fotografei voce na minha rolleyflex dei Paula + Paula e a conti fatti è anche il più sottovalutato.
In percentuale, quante copie si vendono nei negozi, quante attraverso il vostro sito e quanto ai banchetti dei concerti?
Ora come ora la vendita nei negozi resta un fenomeno marginale. Su 500 copie vendute in totale 100 sono nei negozi e il resto si suddivide tra mailorder e banchetti.
Come vedi in prospettiva “l’oggetto” disco? Pensi anche tu che il futuro sia nei file da scaricare, con la “fisicità” di vinile e/o cd ad appannaggio di una ristretta cerchia di cultori e nostalgici?
È già così e per quanti discorsi filosofici si possano fare è un dato da incassare e stop. La musica è stata solo “aria” per secoli. Poi qualcuno si è inventato un modo per metterla in un supporto facendo un sacco di soldi. Ora è ritornata a essere aria. Ha vinto lei. Certo, in prospettiva, più che l’oggetto fisico in se quello che ci mancherà sarà l’oggetto “culturale” la copertina, i testi, le informazioni, i crediti. Da ragazzi erano cose indispensabili per noi. Bisognerà inventare qualcosa di nuovo.
C’è qualche altra etichetta con la quale vi trovate in sintonia?
Lavorarestanca che è l’etichetta di Fabio De Min dei Non voglio che Clara. Fabio è un amico e abbiamo come obiettivo quello di lavorare a stretto contatto per rendere più efficace il lavoro sulle prossime uscite. Inoltre, bisogna dire che gran parte del merito per la ritrovata verve degli es va riconosciuta ai ragazzi di Dischi Soviet Studio, che con grande entusiasmo ci hanno affiancato nella produzione del disco.
Che cosa dobbiamo aspettarci da voi nei prossimi mesi?
A fine settembre uscirà “#fosbury10“, la compilation che festeggia i dieci anni di Fosbury Records. Tutti i musicisti parteciperanno con materiale inedito e ne siamo molto fieri. Sarà una bella festa. Inoltre gli es hanno fatto la pazzia di stampare cento copie in vinile sette pollici con due pezzi nuovi. Poi abbiamo in programma almeno tre nuove uscite nel corso del 2013 e stiamo corteggiano alcune redivive band che amiamo moltissimo. In sintesi, siamo tornati e siamo felici.
a cura di Marco Gargiulo
Behind the Records: la parola alle etichette discografiche.
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