Il morbo di Alzheimer è una demenza degenerativa invalidante ad esordio prevalentemente senile e prognosi infausta.
Purtroppo la sua ampia e crescente diffusione nella popolazione, l’assenza di una valida terapia, e gli enormi impatti in termini di risorse necessarie che ricadono sui familiari dei malati, la rendono una delle patologie a più grave impatto sociale del mondo.
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L’Alzheimer può essere definito come un processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale e provocandone alla fine la morte.
Per fortuna, però, gli studi contro l’Alzheimer non si fermano mai. E così ecco che, grazie ad un recente studio condotto dai ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute di Orlando, in Florida, coordinato dal dottor Sanford-Burnham e pubblicato sulla rivista “Pnas“, è stato scoperto un farmaco in grado di ripristinare i neuroni danneggiati a causa della malattia.
Il farmaco in questione si chiama Nitromemantina, ed è dato dall’unione della Memantina, una molecola attiva contro le forme lievi e moderate dell’Alzheimer approvata nel 2003, e la Nitroglicerina, usata comunemente contro i dolori al petto e l’angina.
Secondo quanto spiegato dagli esperti, la ricerca ha mostrato che la memantina da sola ha un effetto limitato nel proteggere le sinapsi, ma la nitromemantina riesce a riportare il numero delle sinapsi a quello normale entro pochi mesi.
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Lo studio, per il momento, è stato condotto solo su topi malati di Alzheimer. Il prossimo passo, dunque, è quello di testare il farmaco anche negli esseri umani per verificarne l’effetto.
Certo è che se la ricerca avesse successo, si potranno spalancare le porte ad importantissimi passi avanti nella lotta contro l’Alzheimer.
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