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Simone Perna, savonese, già batterista di Viclarsen e Affranti, ha pubblicato con lo pseudonimo 3 Fingers Guitar un album (“Rinuncia all’eredità“) e due EP (“#1”, “Rough Bass”).
Descrivi il tuo lavoro attuale.
Faccio parte di una associazione culturale che si occupa di cinema. Abbiamo una piccola sala cinematografica con una programmazione di essai. Io, nello specifico, mi sono sempre occupato della parte tecnica della faccenda. In altre parole, faccio il proiezionista.
Hai mai pensato di lasciare il tuo lavoro per la musica?
Attualmente no. Amo il mio lavoro perché il cinema è la mia seconda passione. Se mai un giorno mi si presentasse la possibilità concreta di campare solo di musica è chiaro che un pensierino potrei farcelo.
Come concili il lavoro e la passione per la musica?
Bene. Sia da un punto di vista logistico che “esistenziale”. Perché amo davvero molto il cinema. I film, molto spesso, fungono da catalizzatori per certe sensazioni ed emozioni che non si riesce a mettere a fuoco con se stessi. Dopodichè, questo processo può confluire direttamente in quello che scrivo. Più di un testo del mio disco “Rinuncia all’eredità” ha cominciato a prendere corpo durante o subito dopo la visione di un film proprio nel cinema dove lavoro, più precisamente nell’antro segreto della cabina di proiezione.
Quali scelte cambieresti nel tuo percorso professionale?
Diciamo una cosa: la prerogativa essenziale che ha sempre accomunato tutti i miei lavori è sempre stata quella che mi permettessero di continuare a dedicarmi alla mia passione e alla mia necessità di musica suonata. Alcune situazioni in passato non erano compatibili con questa cosa e dopo non molto tempo sono terminate. Ma sinceramente, non ho rimpianti. Non cambierei nessuna scelta.
Massima soddisfazione/delusione raggiunta in ambito musicale.
È assolutamente un buon periodo questo. Il disco uscito quest’anno ha avuto tantissimi ottimi riscontri sia da parte di chi scrive di musica sia da persone che lo hanno acquistato o anche solo ascoltato. Persone conosciute proprio grazie a questo che si prendono a cuore la cosa è che decidono di farmi sapere le loro impressioni. Vuol dire che è arrivato, che quello che faccio ha un senso. Pur avendo trattato nei testi cose molto “mie” e personali in tanti ci si sono visti dentro e questo è davvero emozionante. E oltre a questo comincia a esserci interesse anche da parte dei locali per i live. Insomma, al momento tutto ciò rappresenta una grandissima soddisfazione. La delusione? Mah, non so. Forse il primo scioglimento della mia vecchia band, i Viclarsen. All’epoca ero più giovane ed era stata una brutta botta. Crescendo però ti rendi conto che fa parte del gioco.
Foto di R. Amal Serena
a cura di Marco Gargiulo
Io e il mio amore: storie quotidiane di musicisti coraggiosi. Racconti in prima persona di successi e fallimenti di chi si mette in gioco per lavorare di, con e per la musica.
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