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Francesca Pizzo, bolognese, suona e canta nei Melampus insieme a Angelo Casarrubia (Buzz Aldrin), insieme hanno pubblicato due album (“Ode Road” e “N°7“) e un EP omonimo.
Descrivi il tuo lavoro attuale.
Per anni ho lavorato come artista visiva con varie gallerie d’arte in Italia e all’estero. Nel nostro stato quello dell’artista è un lavoro che non è tutelato in alcun modo, il che significa che spesso ci si trova ad avere a che fare con figure all’interno del sistema galleristico che a volte risultano poco professionali. Non voglio generalizzare, ma non sono la sola ad evere incontrato personaggi ambigui coi quale è stato difficile rapportarsi. A pagare i danni di questa situazione di solito è l’artista. E’ una cosa di cui tutti sono al corrente ma che rimane immutata negli anni. Quando mi sono resa conto che non sempre il gioco valeva la candela ho cominciato a distaccarmi da questo ambiente e allo stesso tempo ho iniziato a fare tatuaggi. Tatuo prevalentemente amici o conoscenti. Come molti altri ho dovuto reinventare il mio mestiere ed oggi questa è la mia principale attività assieme alla musica.
Hai mai pensato di lasciare il tuo lavoro per la musica?
Per ora ho la fortuna di poter definire “lavoro” sia la musica che l’attività di tatuatrice. Riesco a gestire entrambe le cose in modo abbastanza semplice e credo mi sia utile continuare su questi binari paralleli che però spesso si incrociano e si condizionano a vicenda. Tra l’altro tutte le copertine e le grafiche legate a Melampus sono disegnate da me, quindi le cose si intrecciano ed alimentano, anche in modo inaspettato.
Come concili il lavoro e la passione per la musica?
Potrei rispondere così: tatuo ascoltando musica e suono ricreando atmosfere legate ad un immaginario visivo che è anche quello che spesso propongo nei miei tatuaggi. In termini di tempo gli appuntamenti li organizzo in base alle date del gruppo. Ci sono periodi in cui siamo molto attivi in tour e quando rientro a Bologna ho bisogno di un giorno o due per recuperare le forze e riprendere a tatuare. A livello fisico si tratta di due attività abbastanza faticose, che richiedono molta concentrazione, quindi a volte è necessario ascoltare il proprio corpo e rifiatare tra l’una e l’altra cosa.
Quali scelte cambieresti nel tuo percorso professionale?
Al momento nessuna. Gli errori fanno parte della crescita di ogni individuo, quindi non cambierei nemmeno quelli. Tendo a farmi sempre una domanda in più quando si tratta di scegliere come agire; se sono arrivata fin qui l’ho di certo voluto.
Massima soddisfazione/delusione raggiunta in ambito musicale.
Quando è uscito il nostro primo demo, la più grande soddisfazione è stata scoprire che Gabriele di Locomotiv Records era interessato a pubblicare il nostro primo disco. All’epoca non avevamo assolutamente idea di come muoverci e il fatto che sia stato lui ad avvicinarci ha reso l’idea vaga che avevamo una realtà tangibile. Sempre in ambito musicale, per quanto riguarda la delusione, direi che le peggiori che ci infligge la vita sono quelle generate dalle persone di cui ti fidi. Allora raccontarvela sarebbe ingiusto perchè inserirebbe la persona in questione in un contesto parziale, poco fedele alla realtà nella sua completezza. Diciamo che a questa persona, ogni volta che ripenso a come è andata, dedico un brano di Kate Bush: Running Up That Hill.
Foto di Sparta Photography
a cura di Marco Gargiulo
Io e il mio amore: storie quotidiane di musicisti coraggiosi. Racconti in prima persona di successi e fallimenti di chi si mette in gioco per lavorare di, con e per la musica.
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