Ad essere sotto accusa in questi giorni sono i lavaggi nasali applicati ai bambini più piccoli, una pratica frequente molto usata dalle mamme e difficilmente sconsigliata dai pediatri se non in casi eccezionali. La recente morte di una bambina di due mesi della provincia di Torino dopo il bagnetto e dopo aver fatto proprio dei lavaggi nasali ha messo in discussione la pulizia del naso rendendola pericolosa e insicura, cosa decisamente da smentire. Secondo il dottor Renato Cutrera, direttore dell’unità di bronco-pneumologia all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e Presidente Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) i lavaggi nasali non sono affatto pericolosi, anzi in molti casi sono necessari per far respirare meglio il bambino:
Nei bambini molto piccoli i lavaggi nasali sono fondamentali per permettere una corretta respirazione. Ovviamente non tutti i piccoli necessitano di questa procedura. Il lavaggio è particolarmente indicato quando vi è un accumulo di muco che rende il respiro difficoltoso.
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Il dottor Cutrera ha poi rassicurato che se anche l’acqua finisce in gola non c’è nessun pericolo:
Anche nell’evenienza che una parte dell’acqua utilizzata finisca in gola non c’è da preoccuparsi. Quando effettuiamo alcuni esami come la broncoscopia instilliamo della fisiologica per meglio effettuare la procedura e questa (almeno il 30%) non viene riaspirata. Eppure non accade nulla. Ecco perché non ha nessun senso parlare di decesso dovuto al lavaggio nasale. Il fatto che poco prima era stato effettuato il lavaggio non significa che questo sia la causa.
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