Il franchise di Yakuza del Ryu Ga Gotoku sta vivendo un periodo di grande rinascita in occidente per tutta una serie di importanti fattori: non solo SEGA ha deciso finalmente di localizzare i recenti episodi in italiano nel nostro paese, ma tutto il filone dei sette episodi regolari è approdato sul servizio Xbox Game Pass, permettendo dunque al brand di arrivare laddove prima era impossibile: la massa.
Prima dell’ottimo Yakuza 7 che ha segnato una svolta importante abbracciando il genere degli JRPG nudi e crudi, lo studio ha lanciato sul mercato il “pilota” di una nuova potenziale serie spin-off intitolato Judgment.
Lontano dai loschi intrighi della criminalità organizzata, Judgment ha introdotto un nuovo protagonista, l’ex-avvocato e ora investigatore privato Takayuki Yagami. Pur riprendendo il DNA originale degli Yakuza, questa nuova potenziale serie è stata concepita con l’intento di raccontare un lato del Giappone inedito rispetto ai capitoli regolari, spostando la prospettiva del racconto dal punto di vista della legge e aggiungendo in un mix già ben rodato tutta una serie di elementi investigativi inediti.
Dopo un solido esperimento iniziale, il team giapponese guidato da Toshihiro Nagoshi ha deciso di bissare con un sequel intitolato Lost Judgment, primo capitolo in assoluto del franchise ad arrivare sul mercato con una release in contemporanea mondiale, oltre ovviamente alla sempre piacevole localizzazione italiana.
Senza mezzi termini, Lost Judgment è il sequel di cui questa serie aveva bisogno per scrollarsi di dosso l’ombra degli Yakuza e abbracciare definitivamente una propria personalità distinta pur facendo affidamento a tutta una serie di elementi distintivi del franchise di appartenenza.
Nagoshi e il suo team hanno quindi deciso di realizzare uno dei loro giochi più ambiziosi, sia dal punto di vista contenutistico che squisitamente narrativo. La portata della vicenda, forse la più intricata, avvincente e oscura del brand, porterà Yagami e il suo partner Kaito Masaharu ad abbandonare i consueti lidi di Kamurocho per spostarsi a Isezaki Ijincho, uno dei quartieri della prefettura di Yokohama, apparentemente tranquillo e meno appariscente, ma anch’esso con i suoi loschi segreti.
Le vicende prendono il via con il ritrovamento di un misterioso cadavere in decomposizione a Yokohama, in un casolare abbandonato del quartiere. Parallelamente lo studio Genda si trova alle prese con un caso di molestie sessuali e per quanto la risoluzione del caso in tribunale sembra dare vita facile allo studio, la vicenda prenderà una piega inaspettata-
In questo incipit se ne innesta un terzo altrettanto: Yagami e il suo collega si recano a Isezaki Ijincho per aiutare delle vecchie conoscenze nella risoluzione di un caso di bullismo presso uno dei licei del quartiere, inconsapevoli di essere appena finiti all’interno di un grosso intrigo che occuperà il giocatore per quelle 20/30 ore che bastano per portare a termine i 13 capitoli del gioco.
Già solo con queste premesse riteniamo di aver detto fin troppo sulla storia di Lost Judgment e andare oltre sarebbe veramente un crimine nei confronti dell’intricata sceneggiatura messa in piedi dagli autori. Quello che possiamo però affermare con assoluta certezza è che quanto messo sul piatto dal Ryu Ga Gotoku tocca da vicino alcuni problemi che affliggono da sempre la rigida società giapponese, ma il calderone di idee viene impreziosito anche da tematiche sociali e politiche che ad oggi dagli Yakuza erano stati affrontati si, ma sempre da un punto di vista della criminalità organizzata del paese. Lost Judgment esplora le falle della legge, mettendo alla berlina tutti i suoi problemi-
Il DNA di Lost Judgment ovviamente è evidente fin dalle prime battute: il codice alla base resta quello di Yakuza, quindi il titolo recupera pedissequamente la medesima struttura esplorativa, con i due quartieri- Kamurocho e Isezaki Ijincho – a fare da cornice per le scorrazzate in giro del nostro Yagami. Rispetto al primo episodio, ma anche agli ultimi Yakuza, Lost Judgment sfrutta chiaramente la maggior potenza a disposizione dei nuovi hardware per arricchire l’offerta delle attività secondarie, forse la più grande di sempre nella serie-
Tornano gli immancabili Club Sega dove poter spendere il proprio denaro all’interno dei cabinari arcade, con alcune new entry come Motor Raid e Sonic Fighters che vanno ad arricchire una line-up di titoli che comprende Virtual Fighter II, Vitua Fighter V: Final Showdown e Fighting Vipers.
Per la prima volta nella serie inoltre è stato introdotto un SEGA Master System nell’ufficio dell’agenzia di Yagami, tuttavia le cartucce andranno cercate in giro completando alcune attività secondarie, o magari sbirciando anche in qualche negozio. In totale ci sono otto cartucce, a cui se ne aggiungono altre quattro acquistando i DLC.
Altre attività secondarie per la città comprendono le gare dei droni, l’immancabile Batting Center, Mahjong, Casinò, il ritorno del gioco dell’oca in VR e il divertentissimo sparatutto su binari ispirato ad House of Dead. A queste si aggiungono poi le nuove quest secondarie della scuola che intrudocono altrettanti minigiochi nei quali spendere il proprio tempo libero. Da questo punto di vista Lost Judgment è un vero e proprio contenitore ludico di ogni genere, non solo ricchissimo, ma anche curato per offrire qualche variazione interessante tra una missione principale e l’altra.
Da questo punto di vista siamo particolarmente curiosi di scoprire fino a che punto si spingerà il team nel momento in cui la serie abbraccerà definitivamente le console di nuova generazione lasciandosi alle spalle gli hardware old gen.
La componente investigativa è rimasta piuttosto immutata, le fasi stealth tornano nuovamente ad accompagnare i casi principali e secondari della storia, tuttavia continuano a farci storcere un po’ il naso per la loro integrazione troppo guidata all’interno del gameplay.- Discorso analogo anche per i pedinamenti, che qui tornano esclusivamente negli incarichi secondari sparsi in giro per la città ed è qui che si apre maggiormente la nostra critica a Lost Judgment: al netto del ritorno delle indagini per scovare dettagli per ottenere indizi e le deduzioni con gli altri personaggi nella storia, è un po’ un peccato che i gadget del protagonista siano stati ridotti quasi a delle guest star nell’arco della storia principale. Nella parte centrale inoltre, come avevamo già accennato in qualche paragrafo in alto, ad un certo punto il gioco sacrifica del tutto all’altare la componente investigativa in favore di arene ad ondate, intervallate di rado dagli elementi più distintivi di Lost Judgment, che tendono a palesarsi maggiormente negli incarichi di concorto. La situazione torna a stabilizzarsi verso i capitoli finali, ma questo è un gran peccato perché è evidente come certi elementi prendano il sopravvento sugli altri, peccando dunque di un bilanciamento adeguato che rischia di sfociare nella montonia.
Parlando del combat system, su ammissione stessa degli sviluppatori, la serie di Judgment d’ora in avanti porterà avanti quella componente da picchiaduro a scorrimento che ha contraddistinto i sei capitoli regolari di Yakuza.
Da questo punto di vista Lost Judgment si limita a raffinare l’ottima componente action che avevamo già apprezzato nel primo episodio, costruito sulla grande agilità di Yagami, ma al contempo snellito rispetto agli Yakuza per offrire pochi ma profondi stili di combattimento da impiegare in base alle necessità. Allo stile della Gru e Tigre, in questo capitolo entra in scena anche lo stile del Serpente, quasi del tutto basato sulle parate, le schivate e i contrattacchi con il giusto tempismo.
Lost Judgment, come Yakuza 7 prima di lui, è un titolo chiaramente concepito sugli hardware di vecchia generazione. Nel nostro test abbiamo lavorato sulla versione Xbox Series X e ovviamente il boost qualitativo si percepisce dal punto di vista della risoluzione grafica e la fluidità del framerate, bloccata a 60 fotogrammi al secondo.
Il titolo presenta comunque le due classiche opzioni che permettono di scegliere se dare priorità alla risoluzione oppure alle prestazioni. Nel nostro caso il framerate ha sempre la precedenza e vi assicuriamo che gustarsi Lost Judgment a 60 fotogrammi al secondo è veramente una gioia per gli occhi, soprattutto tenendo in considerazione la velocità fulminea di Yagami duranti gli scontri.
Per il resto c’è ben poco da aggiungere, piuttosto dobbiamo limitarci a riconfermare i grandi traguardi raggiunti dal Dragon Engine di SEGA, con i modelli dei personaggi quasi fotorealistici. Permane sempre una certa spigolosità di fondo in alcune animazioni, ma purtroppo il titolo paga lo scotto di essere un cross-gen.
Lost Judgment è senza ombra di dubbio lo “Yakuza” più grosso mai realizzato da Ryu Ga Gotoku. Un sequel intenzionato a dimostrare come questa nuova IP sia capace di avere una propria identità pur facendo affidamento sulle molte qualità che hanno reso celebre la serie madre. Gli autori inoltre sfruttano questo episodio di “affermazione” per elaborare una delle storie più sfaccettate, cupe e profonde dell’intero franchise, appositamente per dare ulteriore spessore e autenticità alla figura del detective Yagami.
Pro
– Il gioco più grande di sempre della serie
– Una storia incredibilmente matura che esplora tematiche sensibili e dona ulteriore spessore e personalità a Yagami
– Quantità di attività secondarie spropositata
– Combat system ancora più spettacolare e fluido
– 60 fotogrammi al secondo su next gen
Contro
– Non tutti gli elementi del gameplay sono bilanciati equamente durante la storia
– Fasi stealth ancora troppo guidate
–
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