Live A Live è già diventato uno dei giochi di ruolo per Nintendo Switch più acclamati e richiesti dai giocatori. La Square Enix, la colossale casa che ha dato i natali a Final Fantasy e che non ha dunque bisogno di presentazioni, lo scorso 22 luglio ha finalmente pubblicato questo remake facendo immergere il player in sette affascinanti avventure. Quest’ultime prendono luogo in diverse linee temporali con un setting ogni volta molto diverso e variegato. Di sicuro si tratta di uno dei punti di forza dell’intera produzione, che ci consentirà di godere appieno del viaggio: partiremo dalla preistoria, passando poi per la Cina imperiale, per poi arrivare ad un futuro lontano. Il titolo originale è stato pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1994 ma fino ad oggi non è mai arrivato ufficialmente in Occidente, nonostante sia riuscito ad ispirare innumerevoli GDR occidentali, ed anche lo stesso Final Fantasy o i più recenti Bravely Default ed Octopath Traveler.
Ogni capitolo non influisce sugli altri, avremo la possibilità di giocare ognuno di essi quando più ci aggrada senza perdere alcun progresso e soprattutto senza influenzare la comprensione complessiva. Con venti possibili salvataggi potremmo iniziare una nuova avventura e conoscere queste storie tutte diverse ed entusiasmanti. Non solo queste si svolgono in periodi storici diversi, ma ognuno si distingue per meccaniche, luoghi e personaggi. Nella preistoria per esempio i protagonisti non saranno capaci di parlare ma riusciremo a seguire la narrazione grazie a simpatiche vignette e animazioni, qui il protagonista, Pogo, avrà la sua abilità, ovvero quella di scovare le bestie nel paesaggio circostante grazie al suo olfatto. Invece parlando di Akira, personaggio di un futuro prossimo, esso potrà leggere nel pensiero e teletrasportarsi lontano dalla battaglia. Sebbene ogni personaggio abbia una caratterizzazione unica riescono tutti a farsi amare nelle proprie avventure.
Rispetto al primo titolo questo remake è caratterizzato dal doppiaggio, presente in tutte le scene importanti della storia ed è stato un colpo decisamente positivo per un titolo così incentrato sulla storia dei protagonisti. Bisogna tenere in considerazione, tuttavia, che alcune parentesi sono meno ispirate di altre. In alcuni mondi, infatti, la cura infusa è maggiore che in altri: capita spesso in produzioni di questo tipo dove la creatività e la fantasia fanno da collante.
In Live A Live tutti i protagonisti utilizzeranno una griglia durante il combattimento per muoversi e lanciare i propri attacchi, e ciascuno di essi userà le sue capacità per rendere tutto diverso riflettendo la propria personalità. Il maestro Shifu, per esempio, può trasmettere le tecniche ai propri allievi; Sundown ha una pistola che gli permette di muoversi ed attaccare a lungo raggio; Cube invece è un robot di supporto e non combatte, lo fa solo durante un gioco arcade opzionale che si trova all’interno della sua navicella spaziale.
Ogni nemico delle varie storie è stato progettato in base ad abilità uniche del rispettivo personaggio, dando così importanza alla griglia. Infatti grazie ad esso potremmo intercettare i vari attacchi e sfruttare il movimento per infliggere i nostri. Il sistema di combattimento è molto semplice: affronteremo la nostra controparte sulla griglia sette per sette, avremo due barre sui vari personaggi, la prima indica la vita, la seconda sarà di caricamento che in base ai movimenti e gli attacchi di tutti aumenterà, quando sarà al massimo il personaggio potrà sferrare il proprio colpo.
I colpi dei nostri protagonisti sono unici nel loro genere; ognuno presenta sia nomi che effetti differenti, oltre alla gittata del colpo. Ogni combattimento dovrà tener conto di effetti differenti che varieranno di volta in volta. A dare ancora più carattere all’avventura ogni parte avrà delle debolezze e delle resistenze, verificabili dal profilo del nemico toccherà a noi sfruttarle in modo adeguato.
Lo stile grafico di Live a Live è composta dal 2D unito con i modelli 3D e dai colori accesi rende tutto molto gradevole alla vista non percependo la minima stanchezza o fastidio agli occhi: è la magnifica implementazione dell’HD-2D di Tokita che ha in qualche modo riscattato il non troppo ispirato stile proposto nel lontano ’94 e già allora invecchiato. Le introduzioni dei capitoli creano un grandissimo effetto scenico, dai resti di animali in vista allo sfondo colorato, e nonostante la grafica basata sulla pixel arte, risulta essere ben delineato e accattivante. Potremmo definire Live a Live un piccolo quadro d’autore, dove ogni elemento ha una risonanza nell’altro in una compenetrazione di colori, intenti e momenti al limite da raccontare e da trasmettere.
La favolosa colonna sonora originale arrangiata per questo remake crea l’atmosfera perfetta per ogni linea temporale, rendendo giustizia al primo titolo: da una grande battaglia a colpi di bastoni ad una normale passeggiata lungo una montagna rappresenta una perfetta sintesi armonica che non lascerà mai il fianco del giocatore. Con l’uso di strumenti tradizionali è stato reso un eccellente accompagnamento al reparto visivo.
La localizzazione presenta un doppiaggio giapponese ed inglese, oltre a questi però i sottotitoli sono aperti a più lingue tra cui: italiano, tedesco, spagnolo, coreano, cinese e francese, sicuramente una manovra apprezzata se consideriamo e contestualizziamo il gioco al momento della sua uscita.
Il gioco presenta un’elevata rigiocabilità, soprattutto a causa della poca longevità che potrebbe essere percepita come un difetto per gli appassionati dei gdr più tradizionali. Live a Live ci dimostra, tuttavia, come la qualità non debba per forza corrispondere alla quantità: riuscire a tenere incollati giocatori esperti davanti ad una console è un’opera decisamente più ardua rispetto che far durare un titolo ore ed ore. Nel primo caso diventi leggenda, nel secondo ti siedi tra le fila degli stereotipi degli GDR usciti negli ultimi anni.
La delicatezza delle storie di Live a Live resterà per sempre incisa nel cuore dei giocatori più sentimentali e più empatici, soprattutto con l’esperienza quasi trascendentale del mondo conosciuto come Futuro Prossimo, carico di insidie che potrebbero spaventarci ma che potremmo trovare ad un passo da noi.
Commento finale
Live a Live, pubblicato dalla Square Enix, è un remake di un GDR uscito per la prima volta nel 1994 in Giappone e mai arrivato ufficialmente in Occidente. Al suo interno troveremo vari personaggi con storie differenti e, soprattutto, tempi differenti ma si legano bene insieme per formare la storia generale. Con colori e colonne sonore che rendono giustizia al titolo originale è un’esperienza che per gli appassionati di giochi di ruolo è consigliabile fare.
Voto: 9
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