Pubblicato originariamente tra il 2013 e il 2014 su PlayStation 3, il picchiaduro di Jojo’s Bizarre Adventure All-Star Battle realizzato dai CyberConnct2 riuscì a distinguersi tra i vari prodotti su licenza animati proponendo un gameplay accessibile, ma non privo di finezze per renderlo appetibile anche a quella frangia di utenti più hardcore.
Basato in questo caso sul manga de Le bizzarre avventure di JoJo di Hirohiko Araki, la versione originale del titolo arrivò sul mercato con un roster di quasi 40 personaggi giocabili, ma a limitarne le ambizioni era un comparto tecnico non proprio eccelso, con 30 fotogrammi al secondo neanche stabili. Un compromesso che, nell’ambito dei picchiaduro è parecchio rischioso, soprattutto quando si cerca di proporre una formula ibrida con l’intento di coinvolgere non solo l’accorata fanbase del manga, ma come già detto, anche gli appassionati del genere che sono alla costante ricerca di nuovi picchiaduro. Ma al netto di queste problematiche il gioco originale nel suo insieme funzionava e anche molto bene, diventando in particolare un gradissimo successo soprattutto nel Sol Levante.
A distanza di ben 9 anni dalla release originale, CyberConnect2 e Bandai Namco ripropongono il gioco in una nuova veste aggiornata per le console attuali, complice la grande popolarità della serie animata (la nuova stagione è in onda su Netflix). Ecco quindi la nostra recensione di JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R!
JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R incarna tutto lo spirito del popolare manga di Araki, al punto di assumere quasi dei connotati enciclopedici, con ben 51 personaggi giocabili e quattro nuovi DLC già confermati che arriveranno in una fase successiva.
CyberConnect2 d’altro canto ha sempre saputo imbrigliare lo stile dei manga per realizzare dei videogiochi che dal punto di vista tecnico e artistico rasentano lq perfezione e questo picchiaduro di Jojo non fa affatto eccezione grazie ad una minuziosa attenzione nel riproporre ogni caratteristica fisica dei personaggi, incluse le assurde “Jojo pose” tanto care ai fan.
Per quanto la R nel titolo possa far pensare ad una classica remaster con qualche aggiunta, l’operazione messa in piedi da CyberConnect2 non si è limitata a raddoppiare i fotogrammi al secondo (che qui diventano finalmente 60), ma c’è stata una vera e propria ricostruzione del gioco fin dalle basi con l’obiettivo di rivederne ogni aspetto a livello competitivo, puntando su un gameplay estremamente più rifinito con alcune aggiunte e un roster che, come anticipato, è stato ampliato con la consueta maniacalità che contraddistingue lo studio giapponese.
Parliamo infatti di un roster che tiene fede al ciclo generazionale dell’opera: si parte da Jonathan Joestar di Phantom Blood e il suo diabolico fratello adottivo Dio Brando, al discendente di Jonathan Jotaro Kujo dall’arco di Stardust Crusaders, culminando con Josuke proveniente dal più recente Jojolion. Ai protagonisti principali si affiancano poi tutte le varie figure secondarie. Ognuno di questi combattenti di distingue con stili di combattimento diversi, dall’Onda Concentrica, passando per gli utilizzatori della Maschera di Pietra fino ai più celebri Stand. Non mancano anche soluzioni ancora più esagerate, dove gli sviluppatori hanno cercato di mixare tante dinamiche diverse, invitando il giocatore a scoprire quale dei 51 lottatori si adatta meglio al suo modo di giocare. La ciliegina sulla torta è poi rappresentata dal coinvolgimento dei doppiatori giapponesi che hanno lavorato sugii adattamenti animati, tornati proprio per riprendere i loro ruoli.
Come dicevamo in qualche paragrafo più in alto, l’opera di CyberConnect2 è quasi enciclopedica: ogni epoca di JoJo ha abilità e regole di combattimento uniche. La prima generazione che usa Hamon, può ricaricare la barra HH tenendo premuto un pulsante e usarla per mosse speciali più forti. Altri hanno poteri vampirici, mentre quelli dell’arco Steel Ball Run possono combattere addirittura a cavallo. E’ tutto estremamentre schizofrenico come dovrebbe essere.
La parola d’ordine qui è accessibilità, tuttavia chi vuole approfondire meglio certe meccaniche, troverà comunque pane per i suoi denti. Ad esempio, indipendentemente da chi si sta giocando, le combo di base sono facili da realizzare, con attacchi leggeri che possono diventare dei potenti medi e pesanti. Inoltre buona parte del roster presenta quasi la stessa mappatura per l’utilizzo di certe tecniche speciali, rendendo quindi meno faticoso per i principianti approcciarsi al parco lottatori.
In soccorso delle nuove leve arriva poi Easy Beat, uno strumento che i nuovi giocatori possono utilizzare per creare combo semplici usando solo il pulsante di attacco leggero. Ma è quando si padroneggia il sistema di combattimento che All Star Battle R offre il suo meglio. Ad esempio, le battaglie si svolgono principalmente su un piano 2D, ma il pulsante di schivata consente a un personaggio di muoversi sullo sfondoo.Imparare a schivare è fondamentale per aprire opportunità di contrattacco e arrestare l’aggressività dell’avversario. Il tempismo è essenziale ed è proprio qui che l’aggiornamento a 60 fotogrammi al secondo si fa sentire, dato che permette di avere una visione nitida e pulita di ogni frame.
Tra le novità nel gameplay troviamo anche gli Assist characters, che che possono affiancare i personaggi principali durante gli scontri. I personaggi di assistenza selezionati da qualsiasi membro del roster possono anche essere chiamati per mettere pressione sull’avversario, estendere le combo oppure utilizzarli in maniera strategica come dei scudi umani. Anche le provocazioni svolgono un’importante funzione, dato che possono prosciugare la barra delle risorse dell’avversario mettendolo in difficoltà. In generale l’esperienza complessiva è quella di un picchiaduro solido, ma come spesso accade in questi casi, il suo variegato roster comporta anche degli sbilanciamenti importanti.
Sul fronte dei contenuti il picchiaduro non lesina affatto, con una ricca galleria di sbloccabili che spaziano da costumi, frasi, e altri elementi per la personalizzazione da sbloccare. Troviamo poi la classica modalità Arcade, la competizione online con missioni speciali che permettono anche di ottenere oggetti aggiuntivi per la personalizzazione e l’inedita All-Star Battle.
Questa nuova modalità di gioco si ispira palesemente alle Torri di Mortal Kombat, con una progressione scandita attraverso varie battaglie con gradi di sfida variabili e modificatori di ogni genere.L’idea è solida e grazie alla presenza di numerosi sbloccabili, allunga di molto la permanenza dei giocatori sul titolo. Inoltre, sempre per assecondare coloro che cercano qualcosa di leggero, è possibile aggirare i modificatori pagando il denaro accumulato per avere dei vantaggi.
Meno entusiasmante invece tutto il comparto online, che torna sul mercato a distanza di 9 anni con un comparto online datato, ancora “delay based”. Si tratta quindi della medesima infrastruttura che lo sviluppatore aveva adottato ai tempi della versione PS3, che già non brillava affatto per la sua stabilità.
In un mercato dove tutti i picchiaduro online si stanno adattando alla tecnologia “rollback”, che offre una ben più solida esperienza online, la scelta di CyberConnect2 di restare ancorata al passato richia di compromettere seriamente la community online. Durante il nostro test infatti, salvo qualche sporadica occasione in cui l’esperienza si è rivelata soddisfacente. in altri frangenti abbiamo riscontrato un lag eccessivo che ha ci ha messo non poco in difficoltà. Ad affossare quasi del tutto l’esperienza online ci pensano poi la mancanza di filtri dedicati al matchmaking, una soluzione che avrebbe permesso di arginare la presenza di un netcode decisamente non ecezionale.
JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R è un divertentissimo picchiaduro che abbraccia e consacra su schermo tutto lo spirito del manga originale, che vive in larga parti di eccessi e follie. E’ un titolo che riesce a muoversi tra i giocatori principianti e quelli più navigati, con un roster immenso e sfaccettato che paga il dazio di uno sbilanciamento generale tra le varie tipologie di lottatori proposti. Inaccettabile la decisione di voler puntare su un netcode ormai datato, che rischia di tarpare le ali allo sviluppo della sua community. Dal canto suo il lavoro di CyberConnect2 è abbastanza solido per essere fruito anche dai tradizionalisti del gaming offline, grazie ad un gran quantitativo di contenuti da sbloccare.
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