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“Appena risalito dall’abisso mi sveglio da straniero in un luogo mai visto prima, dato che per me è naturale trovarmi spaesato nei non-luoghi…”
L’incontro ravvicinato con La bestia, ultimo personaggio tra i tanti presenti all’interno di “Libro audio”, è stato proprio un tuffo dentro quell’abisso di cui oggi parlano gli Uochi Toki, al secolo il rapper Matteo “Napo” Palma e il beatmaker Riccardo “Rico” Gamondi. E quale sarà mai il luogo nel quale i due si sono risvegliati dopo la discesa, in particolare Napo? Parrebbe essere proprio quello che risponde al nome di “Cuore, amore, errore, disintegrazione“.
E anche in una zona come questa gli Uochi Toki non si esimono dal dire la loro. Specialmente considerando che proprio quella zona è parte della loro dimensione, ovvero l’hip hop, un genere oggigiorno rappresentato da personaggi che hanno molto da dire, ognuno con il suo stile, come Lucariello, gli ‘A67 o gli ancora validi Colle der Fomento (e relativo side-project di Er Danno, il progetto Artifical Kid), ma anche un genere arrivato a una triste deriva, per via di personaggi come i finti ribelli J-Ax, Club Dogo e Mondo Marcio, o il comico Fabri Fibra.
“Libro audio”, così come i dischi precedenti, è stata una vera e propria scarica elettrica, non solo per l’hip hop, ma anche per la musica italiana in generale, grazie all’utilizzo di un rappato che non è propriamente un rappato, ma una specie di narrazione velocizzata di avvenimenti, in sinergia con casse e bassi che diventano pigmenti su tela: dapprima sovrapposti secondo il classico stile applicato nel genere di cui sopra, poi, col passare del tempo, in metamorfosi, fino a giungere all’astratto, forse anche al dadaista. “Cuore, amore, errore, disintegrazione” pare ripetere ancora quel filone, distaccandosi solo leggermente dal lavoro sopracitato.
“Mi basta udire voci lontane per sentirmi a casa ovunque, permettendomi artifici spontanei, gettandomi in ambigue immedesimazioni non richieste ma richieste, violando le conseguenze che la violazione dei sacri limiti tra le persone comporta…”
Da dodici racconti ora si passa a uno solo, una sorta di monologo suddiviso in dieci sequenze, tutte aventi come tema principale l’amore, visto dagli occhi di Napo. Incontri, relazioni, osservazioni, confessioni, e qualsivoglia cosa passi nella sua testa, senza che le sue parole risultino qualunquiste e senza alcuno scopo comunicatorio.
E la musica “pittoresca” presente nel lavoro precedente, grazie all’operato di Rico, raggiunge un livello ancora più estremo, per buona parte del disco, dove le sequenze sono principalmente macrosequenze. E così, tra un’apertura verso l’Oriente, con il contributo di Alessio Bertucci al sitar, e un tocco di mistero con qualche contributo vocale da parte di Zona MC, è come se si avesse a che fare anche con brani riconducibili a delle variegate suite, tra cui una con lo sfrenato Bruno Dorella (Ronin, Ovo) alla batteria e Lucio Corenzi al contrabbasso, che potrebbe essere considerata la rivincita di quello che è stato L’osservatore, L’osservatore 1, e un’altra che può essere inquadrata come un crescendo di stili vari: da un beat semplice a un suono quasi metal. Degli schizzi su tela non messi affatto a caso.
Ciò nonostante, gli Uochi Toki sono uno di quei progetti che o si apprezzano o si disprezzano, per i motivi di cui sopra. Per qualcuno dei geni, per qualcun altro un semplice gruppo che convince più nei testi che nelle musiche. Ad ogni modo, un progetto che sa quando dare i suoi frutti, e si spera che possa fare altrettanto anche negli anni a venire, senza arrivare subito a una fase declinante.
“…no, sto sbagliando in qualcosa, il nervoso e il quieto si alternano freneticamente dando origine al più incomprensibile dei mali che mi esaspera fino a esplorare la realtà in molteplici ‘adesso'”.
E anche questo è “adesso”, il momento giusto per sondare il terreno circostante e giungere a una conclusione, forse nemmeno quella definitiva.
Gustavo Tagliaferri
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