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C’era una volta un piccolo paradiso di montagna situato nei pressi di Pieve, Valdazze, ma conosciuto come il “Villaggio del Cantante”, perché lì c’erano alcune case delle voci maggiormente famose all’epoca, o quantomeno, quella era l’idea di un tempo. Erano gli anni ’60 ma questo piccolo paradiso, nel 2009 scomparve. Nel 2012, invece, “una flexibile orchestra da pianobar futuristico elettromeccanico”, ha organizzato una gita a Valdazze per raccontare aneddoti e per rivivere atmosfere di un tempo. Un pullman tra artisti, curiosi, fans, una radio e una tv… partenza, via!
La “flexibile orchestra” di cui stiamo narrando altro non sono che gli artisti dei Saluti da Saturno, tra cui Mirco Marani, organizzatore della “gita futuristica”. Chi alla gita non ha partecipato fa ancora in tempo a comprare il disco e accorgersi di quello che è: un vero e proprio viaggio. Si parte con La giostra meccanica, tanto per farvi capire dov’è che stiamo andando. Inserite il gettone, il giro comincia!
Un intro del disco che porta un po’ indietro nel tempo, ricordi e infanzia. Il secondo brano, Tra noi è amore paterno, pianoforte e chitarra alle redini, seguiti da tanti altri strumenti minori, L’ultimo giorno d’estate, malinconia senza troppi strascichi, perché a seguire c’è la title-track a catapultarci in un’estate anni ’60. Cinema è un sogno ad occhi aperti, il desiderio di vivere dentro un film (quello in questione è “Il prete bello” di Carlo Mazzacurati) “L’amore ritrovato” è suono del mare, odore di vino e di strada bagnata. Un solo pensiero: “Rieccomi a casa”. Hotel Miramare, una sorta di mambo, lo scenario di un hotel come casa per gli artisti; la strumentale e malinconica Optigan nella nebbia e infine ultima tappa del viaggio, la romantica La bocca tua (dedicata ad Anna, che abbiamo già conosciuto nel disco precedente). Se vi state chiedendo cos’è quel retrogusto di Capossela, il motivo è che Vinicio e Mariani hanno lavorato insieme per molto tempo, sicuramente una collaborazione che ha lasciato il segno.
I Saluti da Saturno sono qui, narratori e compagni di viaggio, un’orchestra originale che ama salvare gli strumenti musicali dall’oblio: ondioline, theremin, cristallarmonio, sega sonora, optigan, intonarumori, uno strumento più strano dell’altro, e poi tanti ospiti, collaborazioni, scenari paesaggistici sotto gli occhi e suoni da favola. Ci vediamo a Valdazze!
Carmelina Casamassa
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