[adsense]
Al momento del rilascio dell’ennesima novità firmata Matteo “Napo” Palma e Riccardo “Rico” Gamondi, questi i veri nomi di chi si cela dietro il progetto Uochi Toki, corrisponde sempre un’occasione buona per avere tra le proprie aspettative di tutto e di più, soprattutto tenendo a mente la via da loro percorsa sin dagli esordi e i tanti frutti generati dal loro humus. La destabilizzazione dei concetti ordinari dell’hip hop a partire dai beats fino ad arrivare alla metrica e all’uso della voce, più vicina alla narrazione che al rappato, senza per questo esimersi dal tenere sempre i piedi poggiati sulla realtà. Puramente ostico, indubbiamente.
Bussare alla porta de La Tempesta Dischi è stato come cogliere un’opportunità al balzo, prendere una nuova via rivelatasi ricca di sorprese, tali da sviluppare nuove storie, dai ritratti di persone qualunque ed entità oscure di “Libro audio” fino all’abisso claustrofobico suddiviso in macrosequenze di “Cuore, amore, errore, disintegrazione“. Con “Idioti“, questo il nome del nuovo lavoro, si dà finalmente il via al terzo round, con tanto di definizione di “disco pop” da parte del duo stesso, che lascerebbe presumere l’introduzione di momenti maggiormente accessibili ai più.
Cosa verificabilissima, anche se non completamente. Perché tali momenti ci sono, oltre ad essere centrati in pieno. Il brano di lancio Ecce robot, esperimento proto-dubstep il cui sound viene come bucherellato e reso maggiormente cibernetico, il vibrante viaggio all’interno della lingua italiana di Perifrastica e in particolare Tavolando Il pattino con Antonio Falco, come da titolo un insieme di acrobazie effettuate in un campo per skateboard facendosi guidare dall’omonimo skater, Tony Hawk.
Poi ci sono le discussioni culinarie, sia legate all’Oriente e alla scoperta di nuovi sapori collegati al gusto (Umami), sia che denotino un’evidente voglia di giocare a inventare ulteriori ricette (Sberloni). Oppure il ritorno dentro lo stesso abisso molto caro al duo, con Al Azif, lugubre richiamo dall’aldilà (non a caso il titolo rimanda al Necronomicon) con qualche leggera influenza arabeggiante, Venti centesimi di tappi per le orecchie, descrizione di una delle tante avventure tra amici, con vicini e Polanski di mezzo, e La lingua degli antichi, un omaggio alle nostre radici, una declamazione che tocca il volgare e il latino, apparentemente registrata in quel della natura. Senza per questo escludere le imitazioni e gli scioglilingua che hanno voce in capitolo in Tigre contro tigre, con tanto di beatbox umano.
Rimangono i rapporti con il concetto di classifica, la stampa, le recensioni, magari anche questa stessa. Ambito dove casca l’asino a metà. Perché se la metallica La recensione di questo disco riesce nel suo dare un’immagine di quelle che potrebbero essere delle probabili conclusioni su un’opera di questo tipo, con il rischio di non essere tanto sincere di quanto si possa presumere, altrettanto non si può dire di La prima posizione della nostra classifica, autentico scivolone dell’album, con tanto di tentativo di cimentarsi in un refrain che più che geniale è insopportabile, una presa in giro, poco Uochi e più “wacky”, nel senso negativo del termine.
Alla fine l’interrogativo è: “Idioti” è un disco pop? Se per pop s’intende “popular”, ovvero vicino agli usi e costumi di una gioventù odierna, sì, è un disco pop. E, in fin dei conti, è un altro lavoro dove i momenti degni di considerazione non mancano affatto, malgrado quanto espresso poco sopra. Dagli Uochi Toki non si è di certo preteso l’assoluto, mai. E con dieci tracce su undici non c’è da lamentarsi particolarmente.
Gustavo Tagliaferri
[adsense]
0 comments