[adsense]
A dispetto del nome in linea con la poetica post-rock (vi ricordo i Maybeshewill, gli Sleepmakeswaves e i 65daysofstatic) e dei titoli nichilisti à la Celeste (Étouffer l’instinct de survie avec dose précise de ressentiment) i Tomorrowillbeworse non sono francesi, né fanno quel post-black metal/blackgaze che dir si voglia e che va tanto di moda da qualche anno a questa parte.
Questi ultimi sostanzialmente sono un progetto solista di un certo Kenosis, musicista che vive tra Italia e Regno unito, coadiuvato da un misterioso R., che si occupa degli artwork e dei testi delle canzoni. Il loro genere, più che riconducibile a quello di Alcest, Lantlôs e compagnia bella, si posiziona in una via di mezzo tra black e doom-metal. I due, in certe loro parti più atmosferiche, richiamano gli Agalloch; o anche il Burzum degli esordi in quelle poche ma distruttive sfuriate e grazie alla produzione scarna e disadorna. Non vengono risparmiati neanche i primissimi Katatonia e le loro linee estremamente melodiche che li hanno contraddistinti sin da “Dance of December Souls”.
“Down the Road of Nothing”, questo loro debutto, si attesta quindi su coordinate ben note e assolutamente non innovative. Cionondimeno bisogna riconoscere al nostro Kenosis una certa abilità compositiva che gli ha permesso di pubblicare un ottimo album – benché leggermene derivativo – e che riesce a regalare bei momenti, proponendo anche variegate linee di basso – strumento purtroppo dimenticato nella maggior parte del black metal old school. Risultano particolarmente degne di nota la title track, arricchita di fraseggi chitarristici quantomeno interessanti e accattivanti, e l’agallochiana Vestigia nulla retrorsum.
Detto questo, in vista della nuova uscita degli Agalloch di quest’anno, non possiamo che rinviare ad un secondo giudizio quest’album e i Tomorrowillbeworse, sperando oltretutto che, quando si ripresenteranno al pubblico, lo facciano in una maniera più originale e personale.
Edoardo Giardina
[adsense]
0 comments