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Toccare con mano il verde, respirarne l’aria con la certezza di avere sempre una buona compagnia accanto a sé, la stessa con cui condividere, con l’uso di voce e strumenti acustici, brani propri e incursioni nel repertorio altrui, che sia mariachi o noto già per l’interpretazione di Nina Simone. È andata così, quella volta che è venuto alla luce “From Bedlam to Lenane“, primo capitolo di un sodalizio artistico come quello tra la cantante Ilaria Graziano e il chitarrista del Collettivo Angelo Mai Francesco Forni. Tornare sui propri passi significa anche fare in modo che a quello stesso verde si sostituisca un cavallo, mezzo di locomozione verso sonorità western, rurali, bucoliche, ancora più di quanto non fosse stato il disco di cui sopra. “Come 2 me” si basa proprio su questo, e riporta in scena più in forma che mai i due musicisti, accomunati come sempre da una chitarra acustica, ma anche da un banjo che in qualche modo fa da ulteriore strumento di identikit e che dal congiungimento di Io sono arriva ad animare avventure marine che passano da una guerra, quella di Filibusteria, in cui è lecito stare dalla parte dei pirati più che da quella delle giubbe blu alla traversata di Red & Blues. Paesaggi le cui linee vengono tracciate lievemente e i colori posizionati a piccoli tocchi, il centro di ballate folk come Is This the Time, una Giardini di rose sussurrata con dolcezza e spensieratezza e il contrasto tra la solarità delle proprie composizioni e il rosso sangue di una morte per amore, quella su cui si muove Cavalli selvaggi, ma ogni tanto frutto di una pazza gioia che mai è venuta meno, quella del forsennato ritmo del southern blues di Come e di una Il giro dell’oca che funge da ideale continuazione a mò di labirinti e scioglilingua della passata On y va, ma anche di una Dove siamo fa convivere certo romanticismo dal retrogusto francese. È qui che emerge nuovamente tutto il bello della voce di Ilaria, la stessa che in Hand in Hand vira verso un fare struggente, che affonda nelle radici campane delle nostra ed al contempo risulta accostabile, per dirla a mò di blasfemia, persino all’Elvis Presley di Always on My Mind, e quella di Francesco, versatile al punto giusto, anche quando si tratta di chiudere il proprio operato con una ninna nanna come Chiudi gli occhi, unico momento che vede la presenza di fisarmonica e violino a fare da contorno. Ascoltare “Come 2 Me” e poi ricominciare di nuovo significa essere consapevoli di un cambio di rotta che non fa certamente sentire la nostalgia di quanto già provato con il precedente album, anzi, rende i nostri altrettanto preparati e degnissimi di lode, non solo in quanto ad immaginazione.
Gustavo Tagliaferri
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