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Com’è nata, com’è strutturata e quali sono gli aspetti che differenziano la Subsound dalle altre etichette indipendenti italiane?
Davide Cantone: Subsound è nata alla fine del 2005 principalmente per far uscire i Deflore di cui ero innamorato, poi ci ho preso gusto e ho iniziato a far uscire e produrre nel mio studio tutto ciò che mi piaceva, cose differenti tra loro. Subsound non è un’etichetta di genere ma le band che la formano sono quasi tutte molto originali.
Perché “Subsound”?
Adoro le basse frequenze.
Quando hai fondato l’etichetta, avevi uno o più modelli?
Nessun modello, sapevo solo che avrei dovuto trovare al più presto dei distributori e non era facile con solo due titoli all’attivo nel 2006.
Qual è la filosofia generale dell’etichetta?
Non c’è una filosofia generale su cui ho fondato la label. Tutto va avanti come viene, programmo anno per anno le uscite a seconda di quello che mi piace tra le cose che giornalmente mi propongono. La cosa a cui tengo di più è la promozione dell’allbum e ci lavoro personalmente tramite la mia agenzia di stampa Narcotica.
Fate tutto da soli? O vi avvalete dell’aiuto di qualcuno?
Tutto da soli. Abbiamo comunque dei partner con cui collaboriamo ma parlo di distributori, promoter, booking, etc..
Come selezionate gli artisti da accogliere nel roster?
Produciamo quelli che ci piacciono e che hanno esperienza live notevole.
Siete più voi a cercare, o siete soprattutto cercati? Qual è il tuo metodo per cercare nuove band da pubblicare?
Riceviamo giornalmente delle proposte a cui rispondiamo solo in caso di interesse. Piacciono più band a volte ma non si hanno sempre i soldi per produrle tutte.
Che tipo di accordi vengono stipulati con gli artisti? E come vengono suddivisi investimenti, lavoro ed eventuali profitti?
Vengono stipulati dei contratti con le band a cui vengono corrisposte delle royalties su ogni supporto venduto. Gli investimenti che affronto riguardano prettamente produzione e promozione. Se non vendo mille copie copie vado sotto come Maiorca, te lo ricordi? (sorride, NdR)
In media, quanto vende un titolo? E quel è stato il vostro best seller?
In media siamo sulle 1000 copie 1500 se calcoliamo anche i vinili. Best seller al momento: Mombu e Lili Refrain.
Qual è il tuo album preferito tra quelli pubblicati? E quello più sottovalutato?
Sono tutti preferiti se, se fossi costretto a dirne uno direi Aquefrigide con Un caso isolato, forse perché cantato in un italiano molto particolare. Il più sottovalutato …Where Moutains Walks dei Juggernaut , un capolavoro, ma il prossimo in uscita è un’altra perla!
In percentuale, quante copie si vendono nei negozi, quante attraverso il vostro sito e quanto ai banchetti dei concerti?
Diciamo un 60% ai concerti un 30% dalle distro e un 10% sul nostro shop.
Come vedi in prospettiva “l’oggetto” disco? Pensi anche tu che il futuro sia nei file da scaricare, con la “fisicità” di vinile e/o cd ad appannaggio di una ristretta cerchia di cultori e nostalgici?
Penso che l’oggetto disco, sia in cd che in vinile, reggerà sempre, dipende anche dal genere musicale secondo me. Alcuni generi “richiedono” il fisico, soprattutto il vinile, altri il file elettronico, è anche una questione di ascolto.
C’è qualche altra etichetta italiana con la quale vi trovi in sintonia?
Collaboro e lavoro alla promozione italiana della Heavy Psych Sounds che secondo me è una delle realtà più interessanti degli ultimi anni.
Che cosa dobbiamo aspettarci da voi nei prossimi mesi?
A settembre uscirà Terra 42, album de L’ira del baccano, ultima band che ho preso in roster. A ottobre dovrebbero uscire il nuovo dei Juggernaut’ e il nuovo Subsound Split tra Mombu/Oddateee. Lo abbiamo finito di mixare ieri, una vera bomba psych! A novembre usciranno Osso, la nuova band formata da Eraldo Bernocchi e Morkobot, un debutto importante.
a cura di Marco Gargiulo
Behind the Records: la parola alle etichette discografiche.
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