«Un hotel dove gli uomini e le donne si incontrano. Un hotel dove i corpi e i cuori si mettono a nudo. Un love hotel di Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo». La voce off inizia il suo racconto e scivola sulle immagini. 2 minuti che condensano lo spirito – e lo stile – di Tokyo Love Hotel, il racconto corale del bad boy giapponese Hiroki Ryuichi, presentando, tra erotismo e umorismo, tutti i personaggi di una storia intensa e bizzarra.
Cinque coppie sull’orlo di una crisi di nervi, qualche single non meno borderline e un “albergo dell’amore”, il Tokyo Love Hotel del titolo, dove Hiroki Ryuichi fa entrare in collisione due temi decisamente forti: la mercificazione del sesso, così presente nella cultura del Giappone contemporaneo, e l’amore tutte le sue forme, da quella più sentimentale a quella più ossessiva.
Presentato l’anno scorso in Italia al Far East Film Festival di Udine e interpretato, fra gli altri, dalla bella Maeda Atsuko (ex idol della girl band AKB48, vista all’ultimo FEFF in Mohican comes home) e da Sometani Shota (anche lui ben noto alla platea del FEFF grazie ai due Parasyte di Yamazaki Takashi e Tokyo Tribe di Siono Son), Tokyo Love Hotel impreziosisce ulteriormente il catalogo orientale della Tucker Film, già ricco di titoli che spaziano da Departures di Takita Yojiro a Poetry di Lee Chang-dong, passando per A Simple Life di Ann Hui e Confessions di Nakashima Tetsuya.
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