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Da un occhio capovolto cola giù un rivolo di sangue come un filo rosso che lega mondi apparentemente diversi. In bilico su questa fune color scarlatto, a un’estremità Bertolt Brecht, Samuel Beckett e Albert Camus e all’altra, Il teatro degli orrori, Massimo Volume e Starfuckers; nel mezzo, a far vibrare la corda, i The Death of Anna Karina, tornati con più potenza che mai, con più parole che mai. E, stavolta, tutte rigorosamente in italiano.
“Lacrima/Pantera” è uno schiaffone in pieno viso, come undici tuffi in un mare in tempesta che non ti danno tempo di riprender fiato; batteria sfascia – timpani e urli venati di disperazione, anche i The Death of Anna Karina vanno ad iscriversi finalmente in quel filone di gruppi che fa della lingua di Dante hardcore pesante. E con maestria invidiabile. Su tappeti di bassi ossessivi e chitarre distorte, infatti, i testi scorrono via strepitanti, fra citazioni colte (Camus resuscita accompagnato dalla chitarra di Giulio Ragno Favero in Per scherzo) e intuizioni riuscite (e particolarmente crude e tetre, delle volte, come nella traccia di chiusura Vile omicidio), e non lasciano scampo ai rimpianti per i cinque anni d’attesa intercorsi fra questo nuovissimo LP e il precedente “New Liberalistic Pleasure”.
Sprecare altre parole è superfluo per chi sa benissimo presentarsi da sé. Dunque, non dovete far altro che procurarvi questo disco, metterlo su e aspettare pochi minuti. Sfido chiunque ad arrivare alla terza traccia (Quello che non c’è) e non ritrovarsi a ripetere fino alla nausea “e / non / hai / riso un’altra volta” accompagnando il tutto da un po’ di sano headbanging.
Annachiara Casimo
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