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Uscito lo scorso marzo per la danese I Hate Records (e in vinile per la svedese Horror Records), “The Third Aeon” è il primo album dei milanesi Black Oath. Un disco eccellente, un importante tassello del dark-sound italiano. Siete pronti a siglare il giuramento nero?
Per cominciare, potreste fare un breve resoconto delle principali tappe della carriera della band?
Il progetto Black Oath nasce nella prima metà del 2005 dal volere di A.th, P.V. e M, nel 2009 esce il nostro MCD di debutto per la statunitense Subject to Suffering. Nel 2010 vengono completate le registrazioni del 7” EP “Portrait of the Dead” pubblicato dalla danese Horror Records e nello stesso anno M. viene allontanato dalla band per essere rimpiazzato da C.Z., e con questa formazione abbiamo proseguito nella stesura dei pezzi del nostro primo full-lenght “The 3rd Aeon” uscito nel marzo 2011 in cd per la svedese I Hate Records e in vinile per Horror Records. Subito dopo la pubblicazione dell’album nel giugno 2011 esce un nuovo EP “Cursed Omen” realizzato in vinile da Horror Records e in formato cassetta dall’italiana Unholy Domain Records.
Black Oath (Giuramento nero, ndr): cosa vi portò, all’epoca, a scegliere questo nome?
Ci siamo ispirati a un classico dell’heavy-metal Don’t Break the Oath dei Mercyful Fate. E comunque il nostro modo di vivere è guidato da tutto ciò che è macabro e oscuro. Black Oath per noi significa oscurità e sofferenza, è molto più di una band, è un giuramento!
Perché la scelta di usare pseudonimi e foto con scheletri al posto dei vostri veri nomi e delle vostre vere facce?
Semplicemente pensiamo che l’interesse degli ascoltatori sia verso la musica che facciamo e non sui nostri nomi e sulle nostre foto. Inoltre le immagini che abbiamo scelto di utilizzare nelle nostre release riflettono quello che siamo veramente, ritratti di morte.
Veniamo dunque alle vostre influenze musicali. Sbaglio se dico che la vostra musica è un riuscito mix tra il doom dei Candlemass e quello nostrano, in altre parole Death SS (e quindi Paul Chain), Zess e Abysmal Grief?
Non sbagli affatto, il nostro volere è quello di continuare la tradizione del “dark-sound” nato negli anni ’70 e ’80 in Italia e le band che hai citato hanno influenzato, chi più chi meno il nostro modo di comporre la musica. Ciò non toglie che abbiamo intenzione di sviluppare a nostro modo le idee che nasceranno in futuro. Vogliamo spingerci oltre ogni limite musicale/spirituale.
Come siete arrivati al vostro primo e omonimo EP?
Avevamo finito la stesura di cinque canzoni, quattro delle quali poi sono finite nel MCD e, dopo averle registrate e aver curato nei minimi dettagli gli arrangiamenti e la produzione abbiamo inviato dei promo in giro per l’Europa e gli Stati Uniti. La proposta che più ci ha soddisfatto è stata quella della S.T.S. e da li è nata la collaborazione e possiamo ritenerci molto soddisfatti di come sono andate le cose.
Parliamo di “The Third Aeon”. Qual è il concept che si nasconde dietro il misterioso e curioso titolo?
Il titolo che abbiamo scelto per l’album ha molteplici significati: prima di tutto è la dedizione ad Aleister Crowley e alla legge di Thelema, tre sono i membri della band che hanno siglato il giuramento, tre è il numero delle uscite fatte dalla band e inoltre quest’album rappresenta una rinascita sotto un nuovo eone… questi significati e molti altri vanno a comporre “The 3rd Aeon”.
Nel disco sono presenti anche delle parti di tastiera, chi se n’è occupato? Saranno presenti dal vivo?
Le parti di tastiera sono state affidate a Jan, il tecnico degli Eternity Studios. Durante la registrazione gli abbiamo detto cosa volevamo inserire, in modo da dare al disco la giusta atmosfera, e lui si è subito messo al lavoro, cercando i suoni e le melodie giuste. Si tratta di una cosa che se succederà ancora, verrà fatta solo in studio e non dal vivo, anche se ai concerti utilizziamo un secondo chitarrista session per completare le atmosfere presenti su disco.
La svedese Horror Records, la danese I Hate Records e la statunitense Subject to Suffering sono le etichette che fino ad ora hanno stampato i vostri album, EP e sette pollici. Com’è nata la collaborazione con esse? È sempre curioso vedere gruppi italiani incidere per etichette estere. Da noi nessuno si è dimostrato interessato alla vostra musica?
La prima etichetta a dimostrarsi interessata al nostro progetto è stata la Subject to Suffering che ha stampato l’EP di esordio, subito dopo siamo entrati in contatto con la danese Horror Records di Azter, chitarrista dei Denial of God, che ci ha proposto un contratto per le nostre future release, iniziando dal 7” EP “Portrait of the Dead” e la versione in vinile di “The 3rd Aeon”, per quanto riguarda la svedese I Hate dopo aver ricevuto il promo ci ha contattati subito per realizzare l’album in cd. In Italia siamo stati in contatto a lungo con un’etichetta che però ci ha posto delle condizioni che noi non volevamo accettare e visto come sono andate e come stanno andando le cose, pensiamo di aver fatto la scelta giusta scegliendo I Hate e Horror Records per la pubblicazione e la promozione dell’album.
Anche dei vostri concerti si può dire quanto si è detto nella domanda precedente. State girando l’Europa, avete suonato in Svezia, in Germania al festival Hell’s Pleasure. Sono previste anche date italiane?
Abbiamo avuto la possibilità a suonare all’estero grazie all’aiuto delle nostre etichette, che si sono impegnate su qualsiasi fronte per pubblicizzare al meglio l’album, finora sono stati tre i festival europei a cui abbiamo partecipato: Muskelrock in Svezia, Metal Magic in Danimarca e infine all’Hell’s Pleasure in Germania, ci sono stati proposti altri festival europei e stanno uscendo molte altre date per il futuro di cui al momento sono state confermate una data a Parma a settembre e una a ottobre a Pavia al Black Lake Fest insieme ad Abysmal Grief, Mortuary Drape e Necros Christos. Stiamo inoltre valutando la possibilità di suonare in Belgio, Austria, Olanda e Finlandia.
Le vostre produzioni sono stampate in cd, vinile e addirittura musicassetta. Quanto sono importanti i formati per voi?
Non è una questione di formato ad essere importante. Tutto quello che vogliamo è che la nostra arte prenda forma fisica, per questo siamo disposti ad accettare e poi valutare qualsiasi poposta. Il tutto deve essere fatto secondo i giusti criteri, non lasciamo nulla al caso.
A poca distanza dall’uscita di “The Third Aeon” è uscito l’EP “Cursed Omen”. Volete parlarci un po’ di questa release?
Durante le registrazioni di “The 3rd Aeon” erano avanzati tre pezzi che abbiamo deciso di non inserire nell’album, perché non trattano le tematiche giuste a completare l’armonia del disco, e inoltre non volevamo rischiare che diventasse troppo pesante all’ascolto e quindi abbiamo deciso di pubblicarle in seguito sotto forma di EP.
Con che band o artista vi piacerebbe dividere uno split?
Stiamo trattando con una giovane band svedese l’idea di pubblicare un nuovo EP. Poi torneremo a comporre materiale per un nuovo album. Non abbiamo desideri particolari per quanto riguarda bands da condividere in uno split, l’importante è trovare la giusta armonia e rilasciare un prodotto soddisfacente sotto ogni punto di vista…
Al di fuori del vostro “mondo”, seguite e apprezzate altri gruppi italiani o di altro genere?
Ovviamente oltre ai classici e storici nomi abbiamo rispetto per altre (poche) bands italiane. Ci teniamo a nominare gli Hands of Orlac con cui abbiamo suonato in due festival e raccomandiamo vivamente il loro album uscito sotto Horror Records.
Per concludere, quali sono gli obbiettivi a breve/medio termine che i Black Oath si sono imposti?
Nessun obiettivo prefissato, semplicemente lasciamo che sia il momento e l’ispirazione giusta a guidarci. Nulla viene pianificato ma nasce da sé. La musica come arte non deve essere forzata da idee nate in partenza. Ti ringraziamo per questa intervista.
Marco Gargiulo
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