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Deve ritenersi fortunata, oltre che brava, la sempre stilosa Shara Worden aka My Brightest Diamond. Ricevere la proposta di realizzare un concerto nel celebre Lincoln Center di New York, con tanto di possibilità di scegliere i vari musicisti senza limiti di spesa, non capita tutti i giorni. Ma lei è brava, l’ha dimostrato con i suoi precedenti album, con la partecipazione fissa all’intero progetto Sufjan Stevens e con le diverse e fruttuose collaborazioni che la portano a comparire tra i guests di “Hazard of Love” dei Decemberist e a dar voce all’ultimo dei Clogs. Mica roba da niente, direi.
E pare proprio che sia riuscita a sfruttarla al meglio, l’occasione: oltre ad essersi portata a presso l’intera yMusic Ensemble, Dm Smith e Thomas Bartlett aka Doveman, la trentaquattrenne di Detroit è riuscita, con questo “All Things Will Unwind”, a traslare la sua impostazione già classica verso un calderone dove ogni elemento è fatto apposta per musicare un’immaginaria rappresentazione teatrale (lo dice anche la sontuosa copertina); sembra quasi uscito da una composizione di Prokofiev, dice più di qualcuno a buon ragione. Così, ci si ritrova in un paesaggio fiabesco che non si fa problemi ad esternare timida meditazione ora, sontuosa e pregevole teatralità da musical poi. Un album che pare un tutt’uno ben organizzato e che allo stesso tempo si lascia a preziose alterazioni, come il jazz virato cabaret elegante di High Low Middle, o la silente She Does Not Brave The World, soliloquio appena musicato e aritmico, d’altri tempi, di pari passo all’orientaleggiante Ding Dang e alla ninna-nanna di I Have Never Loved Someone, dedicata alla nascita del figlio e addolcita da una culla in sample evocativa come tutta la dolcezza del brano.
Dunque, auguri per questo e per tutto il resto alla ormai affermata Shara Worden, artista che, ancora una volta, dimostra abilmente d’esser lontana dai canoni prestabiliti per le nuove tendenze; ed anzi, sforna un lavoro per nulla semplice. Ma, alla lunga, visti i gradevoli risultati pare proprio che se lo possa permettere.
Davide Ingrosso per Mag-Music
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