11 cover per… Andrea Franchi
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Andrea Franchi detto Druga è un prezzemolino della musica italiana underground (ok, il termine non piace neanche a me, ma almeno così ci capiamo al volo senza dovermi avventurare in mirabolanti giri di parole: e se ne avete uno migliore, battete un colpo). Il suo tocco armonico e sensibile è presente in una trentina (quasi) di italiche produzioni, senza contare collaborazioni varie e musiche composte per il teatro. Polistrumentista – ma anche produttore artistico, arrangiatore e co-autore dei brani – dei Paolo Benvegnù, tra i suoi più svariati progetti ricordiamo: i Proiettili buoni, supergruppo con Marco Parente Giovanni Dell’Orso e lo stesso Benvegnù (qui un assaggio della loro musica) e “Revolver”, con il quale lui Enrico Gabrielli, Tommaso Tam e Carmelo Pipitone ripropongono live l’omonimo album dei Beatles (ascolta qui). Questo è il suo fantomatico album di cover. Buon ascolto!
Marco Parente – La guarigione (da “Testa, dì cuore”, 1999)
Mi lega a Marco, col quale ho iniziato a collaborare nel ’97. È un brano stupendo e profondo.
Marco Iacampo – Amore in ogni dove (da “Valetudo”, 2012)
Iacampo sa guardare le cose piccole, quelle di tutti i giorni e renderle grandi.
Scisma – Jetsons High Speed (da “Armstrong”, 1999)
Lo suono con Paolo Benvegnù dal 2002 ed è fra i più belli scritti da Paolo con gli Scisma: modernissimo!
U2 – Sunday Bloody Sunday (da “War”, 1983)
Pezzo storico e della mia giovinezza negli anni 80. Delle discoteche pomeridiane e poi serali. Ed è politicamente importante, anche da noi le forze dell’ordine hanno sparato sui manifestanti oppure presi a manganellate e quando questo accade la democrazia è in pericolo.
Fabrizio De Andrè – La canzone dell’amore perduto (singolo, 1966)
Una dei brani più belli di De Andrè che mio babbo mi faceva ascoltare.
Bobo Rondelli – Per amor del cielo (da “Per amor del cielo”, 2009)
Un amore finito e infinito come Rondelli sa raccontare in questa canzone.
Luigi Tenco – Lontano lontano (singolo, 1966)
Brano che è un pezzo di storia della canzone italiana per il testo e per la costruzione armonica che poi mi ha ispirato (inconsapevolmente) per Uno come te, un mio brano in “Lei o contro di lei”.
Serge Gainsbourg – Le sucettes (singolo, 1966)
Mi diverte questo brano e Gaisbourg è uno dei miei preferiti. Semplice quando vuole e geniale.
The Beatles – Let It Be (da “Let It Be”, 1970)
La suonavo quando ho iniziato a suonare il piano e ha una melodia che non ti abbandona mai.
Lou Reed – The Bed (da “Berlin”, 1973)
Pezzo incredibile e struggente, emozionante, uno dei brani più belli nel genere, quale io e Benvegnù prendemmo ispirazione per arrangiare Quando passa lei in “Piccoli fragilissimi film”, disco a cui sono legato particolarmente fra quelli prodotti con Paolo. In questo pezzo Lou Reed usò le idee e gli appunti dei Velvet Underground.
The Doors – The End (da “The Doors”, 1967)
Il primo vinile che ho comprato! Pezzo infinito con un suono e una voce che non moriranno mai.
Foto di Gianni Bianchi
a cura di Christian Gargiulo
11 cover per… funziona così: un(a) musicista sceglie le undici, altrui canzoni che inserirebbe in un suo personale album di cover e per ogni scelta fatta ci spiega il motivo. Senza alcun tipo di limite: né di genere né di nazionalità né di periodo storico.
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