Gorguts – Pleiades' Dust

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Gorguts - Pleiades' DustSeason of Mist, 1 t.

Le guerre e gli sconvolgimenti politici mediorientali degli ultimi cinque anni, oltre ad aver riempito gli scaffali delle librerie di libri sull’Isis (ne ha scritto uno persino Maurizio Costanzo), hanno stimolato l’immaginazione e la creatività anche dei musicisti metal. Tra i contributi più famosi e recenti la traccia Call to Destruction da What Should Not Be Unearthed, ultimo album dei Nile, e l’EP Pleiades’ Dust dei Gorguts.

In maniera simile a Crimson e Crimson II degli Edge of Sanity il gruppo canadese produce un mini-album tutto sommato breve – di quasi trentatré minuti – composto da una sola canzone omonima (in questo caso divisa in sette movimenti). Lo stile risulta essere molto simile a quello di Colored Sands (2013), per quanto abbia una carica molto più tendente all’ambient, quasi drone nei movimenti successivi alla prima metà. Talvolta il gruppo di Luc Lemay sembra aver virato verso atmosfere care ai Nero di Marte di Derivae, sebbene il processo di influenza tra i due gruppi sia inverso e gli stessi Nero di Marte siano palesemente debitori ai Gorguts. Idem per quanto riguarda il paragone con i Deathspell Omega – e se il legame con l’EP Veritas diaboli manet in aeternum: Chaining the Katechon deve risultare solo dal concept a sfondo filosofico-librario o dalla struttura a canzone singola dell’album, a quel punto i paragoni aumenterebbero esponenzialmente. Difatti le dissonanze che insieme alla pazzia e all’imprevedibilità avevano fatto la fortuna dell’avanguardistico Obscura (1998) si sono ormai trasformati in un marchio di fabbrica, nonché in influenza imprescindibile per molti gruppi del panorama metal tecnico estremo.

Più in alto si parlava di Medioriente perché le vicende dalle quali i canadesi muovono i loro passi per creare il concept riguardano la Casa della Saggezza, la biblioteca di Baghdad distrutta dai mongoli durante il sacco del 1258. Così come Call to Destruction era stata ispirata ai Nile dai proclami di Abd al-Latif al-Mahmoud sulla necessità di distruggere le piramidi in quanto simbolo dell’ignoranza pagana, i Gorguts potrebbero aver preso come ispirazione la distruzione da parte dello Stato islamico di alcuni millenari reperti contenuti nel museo di Mosul e l’abbattimento delle mura dell’antichissima città di Ninive. E quale musica può esprimere l’isteria distruttiva meglio di quella dei Gorguts?

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Blogger professionista e da sempre appassionato esperto di telecomunicazioni, serie tv e soap opera. Giuseppe Ino è redattore freelance per diversi siti web verticali. Ha fondato teleblog.it, tivoo.it, mondotelefono.it, maglifestyle.it Ha collaborato tra gli altri anche con UpGo.news nella creazione di post e analisi. Collabora con la web radio Radiostonata.com nel programma quotidiano #AscoltiTv in diretta da lunedi a venerdi dalle 10 alle 11.

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