Attack on Titan 2: Final Battle – Recensione

Attack on Titan 2: Final Battle chiude la prima parte di una storia epica. Ecco la nostra recensione!

  • Nome completo – Attack on Titan 2: Final Battle
  • Piattaforme – PS4, Xbox One, PC, Switch
  • Developer OmegaForce
  • PublisherKoei Tecmo
  • Distribuzione – Digitale
  • Data di uscita – 5 Luglio 2019
  • Genere – Action
  • VersioneSwitch

Attack on Titan, il manga culto di Hajime Isayama, è ormai quasi giunto al capolinea. Pochi capitoli ci separano dall’epilogo, e l’ottimo adattamento animato si prepara a tirare le fila di un racconto epico che ha cambiato per sempre il modo di concepire lo shonen tradizionale.

A poche settimane dalla conclusione di una terza stagione che ha tolto finalmente il velo ai tantissimi misteri che da sempre aleggiavano sull’universo dell’opera, tra cui l’origine dei Giganti, Koei Tecmo e Omega Force decidono di cavalcare l’onda del successo proponendoci una nuova espansione per Attack on Titan 2, intitolata “Final Battle”.




Non si tratta di un semplice contenuto aggiuntivo, ma di un prodotto di ben altra caratura realizzato con tutti i crismi, almeno considerando la sua natura. Omega Force ha infatti lavorato duramente nel corso di questi mesi, quasi in parallelo agli autori della serie animata, per introdurre all’interno del suo videogioco tutta la terza stagione, che prende il via dopo il salvataggio di Eren dal Titano Corazzato.

Grazie al distributore abbiamo avuto l’opportunità di mettere le mani sull’espansione, attualmente disponibile sul mercato anche come titolo retail, completo di gioco base.

Oggi vogliamo quindi tirare le somme di questo progetto realizzato da Omega Force, che anticiperà sicuramente l’arrivo di un terzo videogioco full price tratto dalla quarta e ultima stagione della serie. Ecco dunque la nostra recensione di Attack on Titan 2: Final Battle!

Il gioco originale

Il pacchetto di Attack in Titan 2: Final Battle comprende al suo interno anche il titolo base uscito nell’ormai lontano 2017, che copre le prime due stagioni della serie animata raccontandole dalla prospettiva di un nuovo personaggio editabile direttamente dal giocatore.

Una volta scesi sul campo di battaglia il titolo di Omega Force si riconferma un grande e frenetico action, ma questa volta il team ha ben pensato di esasperarne ogni caratteristica del gameplay introducendo la “zona di pericolo”: una sorta modalità berserk che riattiva i riflessi dei giganti rendendoli difatti molto più pericolosi e aggressivi. Non siamo più di fronte ad un simulatore di Manovre 3D come poteva essere il primo capitolo, questa volta l’azione frenetica di questo sistema di controllo si incastra in un meccanismo basato sulla panificazione strategica delle proprie azioni sulle mappe di gioco. Anche gli ordini da impartire ai propri compagni assumono un ruolo più centrale nell’ecosistema del gameplay.

Il gas e le lame inoltre si esauriscono più velocemente, questo per favorire una nuova meccanica simile ai tower defense, che permette di costruire in determinati punti delle mappe di gioco delle torri dedicate agli approvvigionamenti. Il peculiare sistema di uccisione e mutilazione dei nemici resta inoltre immutato: ogni arto, il punto debole della nuca compreso, è caratterizzato da punti vita specifici che possono essere azzerati caricando un colpo di lama con il giusto tempismo.

L’introduzione di un timido sistema ereditato dai tower defense, e un livello di pericolosità dei nemici discretamente alto, perfezionano un gameplay pronto a scrollarsi di dosso quel velo di ripetitività visto nel precedente capitolo, proponendo già nella difficoltà “Normale” un soddisfacente livello di sfida.

Meno entusiasamente è come sempre la telecamera, molto traballante durante gli spostamenti con la manovra, mentre le location all’aperto, prive di appigli, mettono completamente in secondo piano il sistema di oscillazioni in favore dei più tradizionali cavalli.

A concludere le note sul sistema di combattimento ci pensano ovviamente le trasformazioni, una feature molto discussa e attesissima in questo capitolo, dato che alza il numero di Giganti giocabili a quota cinque: Colossale, Ymir, Corazzato, Titano d’Attacco e Titano Femmina. Nel momento in cui queste trasformazioni entrano in scena, il gameplay assume i connotati di un picchiaduro a scorrimento nel quale è possibile alternare attacchi leggeri e pesanti, prestando attenzione all’indicatore della loro durata.

Una volta completata la modalità storia (restate fino ai titoli di coda!), i giocatori possono spendere il proprio tempo nella “Modalità Alternativa”, nella quale è possibile vestire i panni di ben 30 personaggi a scelta per cimentarsi in una serie di missioni online e offline per accumulare i “Fondi Corpo” (si ringrazia la localizzazione italiana) da investire nel potenziamento o la creazione delle armi. Si tratta di una modalità che rappresenta il vero cuore dell’esperienza di Attack on Titan 2, ma il rischio ripetitività sul lungo tempo è comunque alto.

La battaglia finale dell’umanità

Che acquistiate la versione retail, oppure solo il DLC, i contenuti di Final Battle saranno accessibili separatamente dal menù iniziale del gioco. Si tratta di una seconda modalità storia che, rispetto a quella principale del gioco base, adotta una struttura lineare episodica, in cui vengono spulciate tutte le vicende di una terza stagione estremamente diversa dalle prime due.

In questa fase infatti, la terza stagione, così come il manga, raggiunge un punto di svolta molto importante in cui il serpeggiante sotto testo politico prende il sopravvento sull’intera opera, scegliendo volutamente uno stile estremamente didascalico, andando a discapito dell’azione. Criticata dai fan, ma anche dai cultori del manga, questa fase della storia di Attack on Titan rappresenta un punto di svolta importante nel quale l’autore decide finalmente snocciolare i tanti misteri tracciati fin dalle prime battute dell’opera.

Una scelta ovviamente che ha fatto storcere il naso a tantissimi, meno nell’anime in realtà, ma molto di più nel manga, in cui i dialoghi vengono appesantiti e dilatati all’inverosimile. La decisione di Koei Tecmo di concentrare quindi questa terza stagione in un DLC trova perfettamente una sua ragione, così come la struttura episodica adottata dallo sviluppatore, che racconta tutte le vicende alternando i punti di vista dei vari protagonisti.



L’avatar controllato dal giocatore nelle prime due stagioni della storia sparisce, forse per necessità di trama, o semplicemente perché Omega Force starà valutando un suo reintegro nella storia in un terzo potenziale videogioco della serie.

Resta il fatto che in termini di svisceramento, l’operazione di adattamento in chiave videoludica della storia funziona molto bene, con riassunti costruiti tra sequenze d’intermezzo animate e altre semplicemente illustrate accompagnate dalle voci dei protagonisti. Gli sviluppatori però hanno ben pensato di fare tesoro di alcune novità introdotte dall’opera: oltre ai giganti subentrano anche nemici umani legati al corpo di gendarmeria, armati con una variante da fuoco del sistema di manovra tridimensionale: ma anche una nuova tipologia di arma denominata Lancia del Tuono, creata per contrastare la resistentissima corazza del Titano Corazzato.

Questo ha quindi permesso al team di perfezionare il buon gameplay di base che, pur senza rivoluzionarsi, guadagna una stratificazione tale da rendere meno passiva l’attività di gioco. Le armi da fuoco inoltre svecchiano in maniera interessante il gameplay introducendo una pianificazione più strategica nel dosaggio dei proiettili, ma anche la diversificazione nella tipologia di proiettili. Di base il funzionamento resta fedele al sistema di manovra classico: si arpionano i titani per cercare  colpire gli arti o la nuca, mentre il movimento viene affidato all’oscillazione in stile Spider-Man.

Le lance del tuono invece sono delle armi speciali a tempo attivabili solo utilizzando l’equipaggiamento delle lame classiche, mentre per le armi da fuoco gli sviluppatori hanno deciso di realizzare dei gatling trasportabili con una potenza di fuoco devastante. Entrambe le armi possono essere attivate premendo i due stick analogici.

Le novità vere e proprie si esauriscono quindi alla stratificazione del gameplay, mentre sul fronte contenuti sono stati introdotti tanti nuovi personaggi giocabili inediti, tra i quali il Titano Bestia e il “nuovo” Titano Colossale (di cui non sveleremo l’identità), insieme a tante nuove abilità che andranno ad impreziosire  la già ottima offerta proposta dal gioco base.

Qualche novità la troviamo anche nel reparto tecnico, anche se in misura minore: in concomitanza all’uscita di Final Battle, è stato lanciato anche un nuovo aggiornamento che migliora una serie di elementi all’interno del gioco, come il sistema di oscillazione, reso più dinamico e veloce rispetto al passato, e un sistema di puntamento rivisto che ora permette di verificare la fattibilità dei colpi critici sui nemici.

L’offerta proposta da Omega Force e Koei Tecmo è tutto sommato buona, ma bisogna comunque mettere in conto alcuni dettagli importanti: la nuova modalità storia copre due archi narrativi molto verbosi e poco action, di conseguenza per raggiungere il suo completamento basteranno tra le 2 e le 3 ore di gioco.

Una fedele trasposizione dell’anime?

Artisticamente Attack on Titan 2 riesce tranquillamente a valorizzare l’opera di Isayama e il rispettivo adattamento animato, regalando delle cutscene che ricreano pedissequamente quanto già visto su carta e in TV. Discorso analogo anche per il doppiaggio nipponico, mentre le musiche per questioni di diritti sono state rimpiazzate da tracce dal giusto sapore epico, calcando le originali composte dal buon Hiroyuki Sawano.

La vera croce (se così volgarmente vogliamo definirla) di Attack on Titan 2 è il suo comparto tecnico, che almeno su Nintendo Switch lotta con alcuni sacrifici compiuti dallo sviluppatore sul fronte della stabilità del framerate, e le texture meno definite. Si tratta chiaramente del medesimo motore che Omega Force sfrutta da ormai diversi anni per le sue produzioni, tra cui il recentissimo e disastroso Dynasty Warriors 9.

Chiaramente Attack on Titan 2 non versa nella stessa situazione del recente Musou, ma tende ad evidenziare puntualmente i limiti di un motore grafico inadatto a contesti di gioco aperti. Limiti che non trovano giustificazioni neanche nel comparto grafico: molto datato e con un livello di dettaglio per le mappe appena sufficiente.

Inoltre, sottolineiamo come sempre che il grande valore aggiunto della versione Switch resta la possibilità di poter vivere il gioco anche in mobilità.

Commento finale

Attack on Titan 2 è un buon gioco che si pone l’obiettivo di limare tutti gli aspetti incerti e sperimentali del suo predecessore, aggirando con originalità anche i limiti narrativi di una seconda e terza stagione molto più verbose. Grazie all’upgrade di Final Battle si chiude in maniera esemplare la prima parte dell’epica storia creata da Hajime Isayama, stratificando sensibilmente il gameplay. Omega Force affina quindi il pacchetto, aggiungendo nuovi contenuti che allungano la vita del prodotto garantendo tantissime ore divertimento.

 

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