Com’è cambiata la tv streaming nel 2015 secondo Agcom

agcom, tv streaming
agcom, tv streaming

Televisione e italiani

Il 2015 è stato un anno cruciale per la televisione. Non solo per l’arrivo di Netflix a ottobre – che comunque ha sparigliato le carte – ma per un cambiamento di abitudini che ha sancito il successo crescente della tv streaming e del cosiddetto quad play. Più o meno tutti i maggiori operatori telefonici ora forniscono l’accesso a qualche mese omaggio di tv on demand, di solito 6. Su SosTariffe.it è possibile trovare le offerte più vantaggiose per per questi bundle che prevedono ADSL o fibra e tv insieme, magari proprio per approfittarne ora, all’inizio dell’estate, con più tempo libero a disposizione e la possibilità di apprezzare fino in fondo i cataloghi delle diverse offerte.

Anche Agcom, nella sua appena pubblicata Relazione annuale 2016 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro, ha analizzato i cambiamenti dell’anno scorso, confermando che «la televisione, rispetto agli altri media, mantiene ancora stabilmente un ruolo prioritario». Se è vero infatti che la televisione tradizionale è ancora un apparecchio imprescindibile nelle case degli italiani (tanto che secondo le rilevazioni il 96% dei soggetti rilevati aveva avuto accesso alla Tv nella settimana precedente), il diversificarsi dell’offerta e delle modalità di fruizione ha rafforzato, invece che indebolire, la propensione a guardare i contenuti su uno schermo, anche di un tablet o di uno smartphone, che siano serie tv o film.

[adsense]

Prosegue infatti il rapporto Agcom: «diviene sempre più significativa la porzione di coloro che seguono i programmi televisivi anche attraverso device connessi a Internet, come computer (usati dal 29% dei telespettatori), smartphone, impiegati per tale finalità più frequentemente delle smart Tv (16% dei telespettatori nel caso degli smartphone e 14% nel caso delle smart Tv) e tablet (12% degli utenti del mezzo)». Al momento, l’offerta televisiva complessiva in Italia comprende più di 250 canali in chiaro e a pagamento, di solito una media di 100 per una data provincia, con maggiore concentrazione in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e Puglia.

A proposito della tv streaming, l’Agcom ricorda l’offerta di Sky Online (ora NOW TV), Premium Online e Infinity di Mediaset, Chili e Netflix, riportando anche le stime Ampere Analysis dello scorso novembre per cui il colosso americano raccoglierà in Italia un milione di clienti nel 2017 e il doppio nel 2020. In ogni caso, la rivoluzione è ancora lontana: secondo il rapporto, «per i servizi audiovisivi a pagamento su Internet, si rileva come la base di utenti, seppur in aumento, risulti allo stato attuale ancora contenuta, e, conseguentemente, la portata dei ricavi generati dagli stessi, in Italia, assuma ancora una consistenza marginale». Ma le basi ci sono tutte.

Blogger professionista e da sempre appassionato esperto di telecomunicazioni, serie tv e soap opera. Giuseppe Ino è redattore freelance per diversi siti web verticali. Ha fondato teleblog.it, tivoo.it, mondotelefono.it, maglifestyle.it Ha collaborato tra gli altri anche con UpGo.news nella creazione di post e analisi. Collabora con la web radio Radiostonata.com nel programma quotidiano #AscoltiTv in diretta da lunedi a venerdi dalle 10 alle 11.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.