Relayer – Recensione (PS5)

Kadokawa si lancia nel mondo degli RPG strategici tra fantascienza e mecha. Ecco la nostra recensione di Relayer!

  • Nome completo: Relayer
  • Piattaforme: PS4, PS5
  • Developer: Kadokawa Games
  • Publisher: Clouded Leopard Entertainment Inc.
  • Distributore: Digitale, Fisico
  • Data d’uscita: 25/02/2022
  • Genere: Strategico
  • Versione testata: PS5

Robottoni sgargianti e giochi di strategia sono un connubio che popola il mondo dei videogiochi da più di 30 anni – come testimonia proprio l’ultima release di Super Robot Wars 30 (qui la nostra lunga recensione) – e quando lo scorso anno Kadokawa ha annunciato sulle pagine di Famitsu la volontà di lanciarsi a capofitto in questo sottogenere con una nuova IP, non sono mancati i salti sulla sedia, soprattutto se consideriamo il fatto che questo genere ha quasi sempre vista protagonista Bandai con Gundam e altri Super Robot.

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Il piano di Kadokawa in questo caso prende le distanze da qualsiasi potenziale licenza e getta le basi per un nuovo potenziale franchise fantascientifico a tema mecha, intitolato Relayer. Una produzione che, visto il genere, ci ha doppiamente sorpresi nel momento in cui lo sviluppatore ha annunciato la volontà di portarlo sulle PlayStation 4 e PlayStation 5 occidentali e oggi siamo finalmente qui per tirarne le fila con la nostra recensione.

Fire Emblem incontra i mecha

Relayer è stato interamente realizzato da Kadokawa Games, studio a cui si deve anche God Wars: Future Past pubblicato nel 2017. Parliamo di uno studio che ha una certa esperienza nel mondo degli strategici, ma laddove i sistemi di God Wars traevano maggiormente ispirazione da altri classici strategici come Tactics Ogre e Final Fantasy Tactics, Relayer dimostra fin da subito di essere un tentativo di fondere la formula rodata di Intelligent System con la serie di Fire Emblem e quella di Super Robot Wars.

Il risultato finale è un prodotto che, pur scimmiottando idee da altri titoli, riesce nell’ardua impresa di crearsi una proprietà identità.

Ambientato nell’anno 2049, la civiltà ha iniziato a colonizzare lo spazio. Ma i loro sforzi attirano inavvertitamente l’attenzione dei Relayer, una forza che vuole sterminare l’intero universo. Le prime ore dell’avventura non sono propriamente brillanti dal punto di vista narrativo, si intuiscono diversi elementi derivativi da altre storie. Progressivamente però le vicende si fanno sempre più articolate, complice un lavoro piuttosto soddisfacente sul world building. Man mano si scoprono fazioni, alleanze e personaggi, portando addirittura a dei twist abbastanza interessanti. Sia chiaro, quello che vi si parerà davanti, in termini prettamente narrativi, è un prodotto che sfrutta bene dei topoi che strizzano l’occhio ad opere ben note nel panorama dell’animazione, Mobile Suit Gundam su tutti. Cliché o meno però, il tutto si rivela abbastanza funzionale e in fin dei conti le space opere contaminate da elementi politici e bellici hanno sempre il loro fascino. 

Al centro della storia troviamo una ragazzina di nome Terra, la quale ha perso sua sorella in un evento catastrofico diversi anni prima, quando la gravità terrestre ha cessato di funzionare temporaneamente in un punto specifico del pianeta.

A causa del trauma, Terra ha perso tutti i ricordi e all’inizio della storia ci ritroveremo a seguire la sua storia mentre vaga senza meta in una colonia lunare con il suo amico robot Yodaka.

Non vogliamo svelarvi troppo, ma la vicenda della ragazza regala interessanti colpi di scena che, come già detto, andranno ad intrecciarsi in una fitta trama che verrà raccontata ricalcando gli stilemi più classici delle visual novel giapponesi (con tanto di doppiaggio completo).

iL problema che già qui ci sentiamo di affrontare, prima di cimentarci nell’analisi dell’aspetto ludico, è la localizzazione. Sia nei testi italiani che inglesi, il lavoro svolto dal publisher è veramente dozzinale, ricco di imprecisioni che affliggono tanto la comprensione della storia, quanto le meccaniche. Capiterà quindi di incrociare delle linee di dialogo decisamente “cannarsiane”.

Uno strategico sfaccettato

Come dicevamo, la parte migliore dell’intero pacchetto è proprio il gameplay di Relayer, che recupera il meglio di Super Robot Wars e Fire Emblem.

I vari personaggi che si recluteranno nel corso della campagna principale avranno quattro classi: Assaltatore, Cecchino, Tank  o Scout.

Le prime due si occupano prevalentemente della parte DPS in mischia e a lunga distanza, mentre i Tank sono pensati proprio per subire il danno in prima linea e difendere quindi gli alleati. Gli Scout offrono invece il supporto agli altri personaggi, con buff, debuff e cure.

Ogni ruolo può utilizzare diversi tipi di armi che colpiscono tutte a distanze diverse. Le spade a una mano e a due mani possono colpire solo i nemici che si trovano proprio accanto a un personaggio. Le mitragliatrici possono colpire i nemici a due caselle di distanza da loro, mentre le armi remote possono colpire anche bersagli più distanti. Bisogna però pensare bene ogni mossa, perché i nemici con la stessa tipologia di armi contrattaccheranno causando ingenti danni.

Le armi infliggono anche due diversi tipi di danni, fisici e gravitazionali. Entrambi infliggono danni bonus ai loro opposti, Come al solito, spiegare bene le meccaniche strategiche non è facile, ma pad alla mano tutto diventa abbastanza semplice. Per mitigare i danni inoltre è possibile equipaggiare ai mech delle corazze che aumentano la resistenza ai danni gravitazionali e fisici.

L’Aggro tuttavia è il vero elemento da tenere a mente durante le battaglie di Relayer. Più alto è il valore di aggro di un personaggio, più è probabile che venga preso di mira dai nemici vicini. Questo valore aumenta completando varie azioni e ovviamente più aumenta, maggiori saranno i rischi che il pilota finisca nel mirino degli avversari. Ma anche a questo proposito è possibile aggirare il problema con delle soluzioni strategiche, come le abilità speciali che permettono di manipolare i valori dell’Aggro.

Nel corso degli scontri poi troviamo il Big Bang Gauge, indicatore che si riempie progressivamente completando varie azioni sulla griglia degli scontri. Una volta riempito è possibile sfruttare dei potentissimi attacchi speciali dagli esiti devastanti che possono capovolgere le sorti dello scontro.

Ma la parte migliore è senza ombra di dubbio lo sviluppo del peculiare job system mutuato palesemente da Fire Emblem. Tutti i piloti giocabili in Relayer accumulano punti da investire nelle loro classi; tutti iniziano dalla classe base di Combattente, Tiratore, Cavaliere o Mago.

Ognuna di queste classi è caratterizzata da nodi sbloccabili, simili Sferografia di Final Fantasy X. Questi nodi forniscono bonus alle statistiche, abilità passive e abilità attive. Sbloccati tutti i nodi della classe base sarà possibile specializzare i personaggi in un ruolo che meglio si adatta a loro e non si potrà tornare indietro.

Ad esempio, un Combattente può scegliere tra il percorso di Avanguardia/Audace o Shinobi/Ninja.

Il primo può aumentare la sua potenza di attacco e aumentare rapidamente l’aggressività, quindi è perfetto da impiegare in prima linea. La classe del Ninja è invece specializzata nel ridurre l’aggro e superare le linee nemiche e inoltre vanta abilità che possono aumentare i danni inferti alle spalle dei nemici.

Mai fidarsi delle proprie armi

Le sorprese però non sono finite qui, perché Relayer introduce anche un sistema di potenziamento delle armi decisamente peculiare e per certi versi anche discutibile. Sul pratico è una funzione abbastanza semplice: i giocatori acquistano armi da un negozio e possono potenziarle usando la valuta accumulata fino a qualche momento, ricevendo anche un cospicuo aumento nelle statistiche.

Gli upgrade tuttavia funzionano in maniera simile ai gatcha, e casualmente può capitare di ritrovarsi un boost impressionante alle statistiche causato dal cosiddetto Dark Side. All’inizio, questi potenziamenti casuali sembrano davvero utili perché, ma nascondono una brutta sorpresa. L’altra faccia della medaglia infatti è un malus che aumenta in maniera considerevole i danni subiti dagli attacchi nemici. Questi malus inoltre non possono essere rimossi e obbligano il giocatore a dover ricomprare l’arma e sperare di non beccare nuovamente un malus casuale durante la fase di upgrade. E’ un sistema veramente snervante, quasi “nascosto” inizialmente. Per quanto l’idea sulla carta possa essere ritenuta anche geniale, all’atto pratico rende la progressioneseccante, invitando il giocatore ad attendere direttamente l’arrivo di nuove armi più potenti nel negozio.

Al netto di questo però Relayer resta una produzione abbastanza solida, i cui inciampi si ritrovano prevalentemente in alcune scelte, come un character design “troppo giapponese”, una poca varietà nelle attività proposte durante gli stage e una storia che pur essendo affascinante, resta comunque ancorata a dei canoni già ben noti nel panorama da cui attinge. Non ci siamo espressi sulla longevità, ma vi basti sapere che una volta terminata l’avventura principale, che può tenervi impegnati anche una trentina di ore abbondanti (ma anche di più), è possibile accedere a dei contenuti post-game decisamente succulenti che aumentano tantissimo la vita del prodotto, sia dal punto di vista ludico che narrativo.

Comparto tecnico

Sul fronte tecnico Relayer non lascia il segno. alla fine buona parte del prodotto si basa sulla necessità di agire su una scacchiera. Le animazioni dei vari attacchi che caratterizzano gli Stellar Gear tendono a ripetersi, mancano anche delle animazioni più specifiche e nonostante la spettacolarizzazione dettata dalla modellazione in 3D e scala reale dei robot, siamo lontani dalla bellezza degli sprite 2D o ibridi visti in Super Robot Wars o nel recente SD Gundam Generation Cross Rays, manca proprio l’impegno registico.

Da questo punto di vista Relayer vuole essere un banco di prova per una nuova potenziale IP e non sorprende affatto che Kadokawa abbia deciso di investire un budget contenuto. Gli investimenti maggiori sono stati spesi proprio nel dare carattere alla componente ludica, per tutto il resto ci sono grossi margini di miglioramento che si spera vengano affrontati in un potenziale sequel. 

Commento finale

Lo dobbiamo ammettere, su Relayer non avevamo molta fiducia, ma una volta installato e impugnato il pad, la nuova proposta di Kadokawa Games si è rivelata una grande e gradita sorpresa che merita di essere approfondita da ogni appassionato di strategici giapponesi. E’ una produzione che riesce a reggersi da sola sulle proprie gambe riprendendo il meglio di due mondi (Fire Emblem e Super Robot Wars) per crearsi una personalità tutta sua. Il sorprendente endgame inoltre garantisce tantissime ore di gioco aggiuntive. E’ un prodotto completo e divertente, nonostante alcune imperfezioni. Una bella sorpresa.

VOTO: 7.0

 Pro:

  • Gameplay solido. L’idea del job system è grandiosa
  • Lungo e rigiocabile. L’endgame è quasi un secondo gioco
  • Mecha design accattivante
  • La storia e i personaggi appassionano…

✘ Contro:

  • …ma è comunque molto derivativa
  • Stage tendenzialmente ripetitivi
  • Il potenziamento delle armi con i malus casuali è una scelta di design a tratti discutibile
  • Animazioni riciclate e guizzi registici ridotti all’osso
  • Localizzazione molto altalenante
  • Il character design potrebbe non piacere a tutti

 

 

 

 

 

 

 

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